Difesa/Uranio Impoverito: Il sapore di una smentita di quanto dichiarato fino ad oggi…

Roma, 23 Giu 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Nicolò Manca – Bandiera del Movimento ammainata dai suoi stessi ministri? Segue. – Leggere la “Relazione sullo stato di salute del personale militare e civile italiano” presentata il 10 maggio scorso al Parlamento dai ministri Trenta e Grillo comporta condannarsi senza scampo ad una masochistica rilettura del documento (v.link), nel tentativo di decifrare il contenuto e soprattutto le finalità di quella che ha tutto il sapore di una smentita di quanto dichiarato fino ad oggi in fatto di uranio impoverito.

Ma le cose si complicano ancor più se lo stesso lettore si imbatte nel successivo comunicato congiunto Askanews del 19 giugno che sembra smentire quella smentita.

Partendo dalla relazione in questione salta subito agli occhi una sovrabbondanza di pagine inutili (aventi il solo scopo di “fare volume”) e l’inserimento di elementi fuori tema quali “studi di coorte su lavoratori di impianti di produzione e riprocessamento di combustibile nucleare” oppure “i coefficienti di rischio elaborati dai dati dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki.” Meglio lasciar perdere!

Più meritevole di attenzione invece quanto ribadito più volte in fatto di “esclusione di nesso tra UI e tumori” sostenuta dall’oncologo Mandelli, dall’UNEP e dai paesi che hanno impiegato soldati nei territori dell’ex-Jugoslavia.

Il fatto che non siano citati altri scienziati, e in particolare la poderosa ricerca effettuata nel 2001 dall’oncologo Franco Nobile, getta più di un sospetto sul ministro Grillo, come suscita più di un sospetto che il ministro Trenta non si sia chiesta se, quando, dove e chi abbia impiegato proiettili all’UI nelle aree e nel periodo preso in esame. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/evidenza/punti-di-vista/uranio-impoverito-bandiera-del-movimento-ammainata-dai-suoi-stessi-ministri

 

 

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