Roma, 16 Dic 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di 1° Lgt Antonio Gentile, Infermiere dell’Esercito Italiano e responsabile dell’associazione PROSANFAP – (Segue articolo). – Gentile Direttore, durante la prima ondata dell’emergenza Coronavirus, le Forze Armate hanno arruolato circa 190 medici tra marzo e luglio del 2020;
impiegati perlopiù nell’Operazione Igea nei circa 200 siti Drive Through di tutte le regioni d’Italia per effettuare i tamponi rino/oro-faringei per i test molecolari ai cittadini.
Uno spreco di risorse enorme considerato il fatto che le regioni hanno previsto esclusivamente infermieri per assicurare tale importante servizio. Al di là delle encomiabili buone intenzioni del ministro della Difesa Guerini, l’impiego di questi medici militari è un aspetto da riconsiderare.
Oggi, assistendo ad un ulteriore concorso con procedura straordinaria di arruolamento di 30 medici per l’Esercito, la Marina Militare e l’Aeronautica Militare (Decreto Legge 9 novembre 2020, n. 149), si spera che tale risorsa venga impiegata in modo più adeguata considerando le reali esigenze nell’emergenza coronavirus.
Sfugge il motivo per cui tale servizio sia stato concepito in modo completamente difforme da quanto previsto a livello regionale. Infatti, mentre i modelli organizzativi delle regioni hanno presupposto che il personale sanitario che opera nei Drive Through sia composto dalla figura professionale dell’infermiere, in numero di due unità per turno di lavoro;
per la medesima attività prevista dall’Operazione Igea sono stati previsti, oltre a due sottufficiali infermieri, anche un ufficiale medico con compiti amministrativi e di coordinamento.
Nelle ultime revisioni dell’operazione, a distanza di oltre un mese dall’inizio, nei Drive Through della Difesa con carichi di lavoro più contenuti, il team è stato ridotto confermando il medico e riducendo ad una unità il personale infermieristico. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=90895