Esteri: Libia, tra guerra vera e guerra finta

Roma, 19 Mag 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Fausto Biloslavo – In Libia la propaganda manipola immagini ed informazioni per aumentare l’odio verso l’Italia. (Segue articolo). – Il presidente americano Donald Trump che guarda in tv Ahmed al Mismari, portavoce del generale Khalifa Haftar, è il fotomontaggio più clamoroso per far pensare che la Casa Bianca stia dalla parte dell’uomo forte della Cirenaica.

La fake news è stata creata ad arte e lanciata sui social quando è trapelata la vera notizia della telefonata di Trump ad Haftar del 15 aprile in piena battaglia di Tripoli.

In Libia accanto alla guerra vera si combatte quella finta, ma altrettanto insidiosa, della disinformazione. Il governo riconosciuto dall’Onu di Fayez al Serraj difende Tripoli dall’attacco dell’Esercito nazionale libico del generale Haftar.

La battaglia per la capitale si combatte anche a colpi di propaganda e manipolazioni amplificate sui social o su canali tv schierati sui fronti opposti.

Nel mirino sono finiti anche i 400 soldati italiani impiegati in Libia all’ospedale militare di Misurata e sulla nave Capri ormeggiata nella base navale di Abu Sitta a Tripoli per aiutare i libici nella lotta all’immigrazione clandestina.

Il fronte di Haftar ha spacciato un simbolo tricolore con delle figure nere di uomini armati su un fuoristrada in prima linea, come «prova» del coinvolgimento dei corpi speciali italiani al fianco dei governativi. In realtà, si tratta del simbolo del battaglione Ben Galpoon di Misurata, la «Sparta» libica, che combatte al fianco di Tripoli.

Al fronte, molti miliziani indossano le mimetiche italiane: i libici sono stati addestrati nel nostro Paese per anni grazie a un programma di ricostituzione delle forze armate servito a poco. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.panorama.it/news/esteri/libia-guerra-vera-guerra-finta/

 

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