Forze armate italiane: L’armamento della fanteria

Roma, 02 Ago 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Tiziano Ciocchetti – Leggiamo di seguito. – Fino agli inizi degli anni ’90 dello scorso secolo, la fanteria italiana era, nell’ambito delle forze armate della NATO, quella armata in modo peggiore.

L’arma lunga standard era il fucile Beretta BM-59 in calibro 7,62×51 mm (con le varianti, con calcio in metallo pieghevole, per truppe alpine e paracadutiste), ovvero una trasformazione del semi-automatico GARAND M-1, tra l’altro ancora in servizio presso alcuni reparti di seconda linea dell’Esercito italiano alla fine del XX secolo.

Le pistole in dotazione agli ufficiali e sottufficiali erano ancora le Beretta Modello 1934 (immagine di apertura tratta dal film “Tutti a casa” con Alberto Sordi) in calibro 9×17, già in servizio da prima della Seconda Guerra Mondiale.

Un altro reduce di prima della guerra era la bomba a mano a percussione SRCM (dall’effetto deflagrante poco efficace), nonostante già dal 1982 fosse stata realizzata la O/D82.

Come mitragliatrice, a livello di squadra, vi era la leggendaria MG-42/59, ricalibrata in 7,62×51 mm nel 1959. A livello di plotone, la fanteria italiana, poteva contare sulla sempre valida Browning M-2HB in calibro 12,7×99 mm.

Per quanto riguarda il settore anticarro – nelle corte distanze – ci si affidava ai vetusti bazooka da 88 mm, quando già sul mercato esistevano lanciarazzi molto più moderni ed efficaci (si cercò, per fortuna senza successo, di introdurre il FOLGORE, una sorta di lanciarazzi/cannone da 80 mm di produzione nazionale ma dalle prestazioni assai limitate). Mentre per le gittate maggiori si disponeva di sistemi più moderni, come i missili filoguidati MILAN e TOW. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/mondo-militare/la-situazione-delle-forze-armate-italiane-larmamento-della-fanteria

 

 

 

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