Geopolitica: sull’Iraq ci sono interessi Iraniani, la NATO resta nel paese

Roma, 11 febbraio 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo)  – Il medio oriente si infiamma, tiene banco anche la situazione in IRAQ, che attira le attenzioni dell’Iran, ma la NATO fa sapere che non abbandona il territorio.

Cosa aspettarsi dopo l’attenzione mediatica che ha seguito l’attacco americano in Iraq? “Sembra che Washington sia disposto ad accettare il rischio politico che Baghdad diventi sempre meno tollerante, almeno nello spazio pubblico, di una presenza militare degli Stati Uniti, rispetto al rischio di una più ampia escalation regionale prendendo di mira direttamente l’Iran”. Conversazione con l’analista esperto di Medio Oriente Francesco Salesio Schiavi

Wisam al Saadi, tra i leader operativi della Kataib Hezbollah, milizia irachena connessa con i Pasdaran, era seguito da tempo: piani per la sua eliminazione erano già studiati, e quando mercoledì si è presentata l’occasione, gli Stati Uniti hanno agito. Un missile ha colpito l’auto in cui viaggiava con il collega Arkan al Allawi (addetto all’intelligence dell’organizzazione) a Baghdad.
 
Attacco chirurgico, zero danni collaterali, approvato direttamente dal commander-in-chief Joe Biden. È una parte della retaliation dopo le tre vittime subite alla Tower 22, la postazione in Giordania colpita – con successo – tra i 170 obiettivi che la Kataib Hezbollah (anche KH) e altre milizie hanno compiuto dal 7 ottobre a oggi.
 
Si fanno chiamare “Resistenza islamica in Iraq”, dicono di agire contro il sostegno americano a Israele, che sta approfondendo l’invasione della Striscia di Gaza dopo aver subito l’attentato di Hamas. Ma in realtà questo genere di attacchi procedono da molto tempo in Iraq e in Siria.
 

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