Roma, 23 Ott 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Lodovica Palazzoli – Meno fondi alle forze armate per far ripartire i centri per l’impiego. Segue. – A rimetterci sarà anche la Difesa. La legge di bilancio prevede infatti un taglio dei fondi destinati al dicastero del ministro Elisabetta Trenta, pari alle risorse necessarie a riformare i centri per l’impiego.
“Chi ha scritto questa ipotesi di norma ignora che la capacità di difesa che hanno le forze armate è un elemento fondamentale della statualità”, spiega a Il Foglio Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore della difesa. “Questa iniziativa intacca l’efficienza delle Forze Armate e il fatto che sia presa da un governo sovranista rappresenta una grande contraddizione”.
Il taglio di risorse dovrebbe aggirarsi intorno ai 500 milioni di euro, necessari a far ripartire quei centri per l’impiego, i Cip, utili a identificare i destinatari del reddito di cittadinanza e a indirizzarli verso una possibile occupazione.
E se l’efficacia di questo sistema è ancora tutta da verificare, dato che al momento solo una esigua percentuale delle persone che fa richiesta riesce a trovare lavoro attraverso questi centri, alcuni programmi della Difesa risentiranno subito e negativamente di questa disposizione.
“Probabilmente a farne le spese sarà il programma NH 90, che subirà un rallentamento. Si tratta di un elicottero utilizzato sia dalla Marina sia dall’Esercito, utile per le operazioni di peacekeeping, cioè per quel tipo di missioni in cui sono impegnati più di frequente i militari italiani”, dice Camporini.
In forse poi l’arrivo dei missili CAMM-ER necessari alla difesa aerea, per garantire la sicurezza anche in occasione di eventi come il G20 e Il G8. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilfoglio.it/politica/2018/10/22/news/per-la-manovra-il-governo-mette-le-mani-nelle-tasche-dei-generali-220279/