Inchiesta: Dai Balcani alla Sardegna. Nato sotto accusa

Roma, 14 Dic 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Mauro Pili – Il legale delle vittime italiane vola in Serbia per una maxi causa civile. (Segue articolo). – Il cielo pullula di corvi neri. Sorvolano come una contraerea la terra violata dei Balcani, dalla Macedonia alla Serbia. Sopra Pristina e Giacova, da sempre enclave sarda nel cuore del Kosovo liberato, il cielo è perennemente plumbeo.

I pochi minareti rimasti intatti dopo i bombardamenti senza tregua della Nato irradiano canti evocativi islamici attraverso gracchianti altoparlanti della preistoria. Non è raro, però, in questo paesaggio dagli occhi tristi e segnati, scorgere le voci de «cuss’antica zente», evocata dal glorioso inno della Brigata Sassari da sempre in trincea «finas’a sa Croazia».

I Dimonios nei Balcani. Dopo quei bombardamenti violenti e radioattivi che, dal 24 marzo al 10 giugno del 1999, hanno ucciso migliaia di donne e uomini e devastato la ex Jugoslavia, i Dimonios sono stati da subito drammaticamente in prima linea. Come spesso è capitato nelle missioni estere sono sempre stati tanti (oltre 600) e nei luoghi più pericolosi.

La Task Force “Falco” ha sempre parlato sardo in questa terra devastata dall’uranio impoverito. La Nato ne ha conficcato tonnellate, a suon di missili da 300 chili l’uno. Una quantità tale di radioattività da far dire agli esperti che quella terra andava tombata per sempre, come se fosse stata Chernobyl.

Mattarella e Vacca. E non è un caso che una delle prime vittime di quel maledetto U238, uranio impoverito, sia stato proprio un militare sardo, Salvatore Vacca, ucciso da quelle molecole infinitesimali respirate in quelle missioni. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/cagliari/2020/12/13/dai-balcani-alla-sardegna-nato-sotto-accusa-136-1093377.html

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