Intervista a Mikhail Gorbaciov sulla situazione politica internazionale

 

gorbaciov_11012015Roma, 11 gen 2015 – L’ultimo presidente sovietico Mikhail Gorbaciov in un’intervista a Sophiko Shevardnadze, conduttrice del canale televisivo Russia Today ha raccontato la sua valutazione sulla situazione attuale del mondo, l’espansione della NATO verso l’Est, le sanzioni anti-russe e sulla Crimea. Trascrizione parziale a cura del La Voce della Russia.

Lei ha recentemente affermato che le passioni attuali sono così grandi che qualcuno potrebbe non sopportare lo stress. Chi?

Penso che le persone ora soffrano e prendano a cuore tutto ciò che accade loro. I giornalisti distorcono troppo, esagerano. Non si può fare così. Questa non è affatto una richiesta per limitare la trasparenza, la libertà di parola. Al contrario. Bisogna parlare di tutto, ma solo attraverso la verità, onestamente e ragionevolmente.

Lei ha scritto nel suo articolo che vi è la necessità di creare un Consiglio di Sicurezza per l’Europa. Ma abbiamo già l’OSCE. Significa che l’OSCE di oggi è un’organizzazione inutile?

Non direi “insignificante”. L’OSCE qualcosa la fa. Ora si trova in Ucraina, i suoi osservatori osservano e così via.

Ma stiamo parlando di qualcosa d’altro. Noi di quale sicurezza abbiamo parlato con americani e gli europei? Da Brest a Vancouver. Inoltre si dovrebbe fare in modo che essa si estenda dai Paesi europei più Canada e America. Era un’idea grandiosa incarnata nelle istituzioni. E sarebbe necessario dare maggiori diritti a questa entità, in modo che possa fermare chiunque e intervenire in qualsiasi fase dei processi se la situazione diventasse pericolosa.

Dobbiamo tornare a questo modello. Dobbiamo costruire un’Europa unita, una casa europea. E noi stiamo nella casa europea, ma loro cercano di polemizzare con noi.

Quando fu negoziata l’unificazione della Germania, il segretario di Stato USA disse che la NATO non si sarebbe spostata ad est della Germania di un solo millimetro. Quelle conversazioni si sono trasformate in documenti, ma non obbligano nessuno. Ora che le passioni sono forti, accordarsi su tale posizione, in merito all’Ucraina diventa ancora più impossibile. La NATO non si fermerà fino a quando non arriverà ai confini della Russia?

L’America cerca di arrivare qui. La Russia, guardando l’America, compie i suoi passi, in alcuni casi, inutili. Ecco come tutto si allarga.

Gli americani sono già ovunque. O schierano le difese missilistiche in tutte le città, vicino a tutti i confini, o aprono basi militari.

Recentemente ho rilasciato un’intervista al The Time. Gli ho detto: “Io non vi capisco. Già Eisenhower vi ha detto su cosa fare attenzione. Il pericolo sta nel complesso militare-industriale. La NATO interviene dappertutto, le manca lo spazio ad essa assegnato. Che cosa vi sta succedendo? L’America ora riesce a non sviluppare il complesso militare-industriale, a non allargare il commercio delle armi, a non aumentare le spese per la guerra. Voi non potete vivere senza tutto questo?”.

Mi rispondono: “Sì. Sembra sia così”.

Io ho detto: “Allora è una società malata. Deve essere curata”.

Perché la NATO continuerà a muoversi verso est, secondo Lei?

Questa è la loro cultura politica. E militare. John F. Kennedy, l’uomo che ebbe quell’esperienza caraibica, disse: “sentite, non dobbiamo demonizzare il popolo russo. Sono proprio come noi. Vogliono crescere i propri figli, vivere in pace, gioire, e così via…”

Cosa disse dopo John F. Kennedy? “Se qualcuno pensa che il futuro del mondo dipenda dalla Pax Americana si è sbagliato o il mondo è per tutti, o non ci sarà”. Assolutamente. Difficile, duro, ma è così.

E ora ha iniziato con il fatto che gli americani improvvisamente hanno cominciato ad affermarsi… la guerra fredda è terminata e questa è una vittoria comune a tutti i popoli. Gli americani dicono: “Abbiamo vinto, siamo noi i vincitori della guerra fredda! Noi”.

Al diavolo, se volete godere di ciò, fatelo pure. Ma da questo deriva che se gli americani vincono, la loro posizione è la seguente: “Non vogliamo cambiare nulla. Abbiamo vinto e il mondo è ai nostri piedi. Perché dobbiamo cambiare qualcosa? La nostra politica è giusta”. E la cosa più estrema, è che hanno iniziato a creare una nuova… superpotenza, un super-impero. L’America vuole governare il globo terrestre.

Al nostro tempo abbiamo messo tante forze, tante risorse e finalmente abbiamo raggiunto la pace. Abbiamo iniziato a muoverci… e per che cosa? È tutto invano?

Si può trovare l’intesa, se c’è fiducia reciproca. La fiducia c’era e ci siamo riusciti. E poi è nato questo impero. Gli americani si sono persi. Qualsiasi tentativo di creare un mondo a senso unico, un mondo unipolare è una sciocchezza, un delirio.

Lei è Nobel per la Pace. Anche Barack Obama ha ottenuto il premio Nobel per la Pace. Le piace pensare che egli sia un suo collega, compagno, in un certo senso?

Per lui, è come un anticipo, anche questo può accadere in politica. Un giorno ero a St. Louis per una conferenza. Al termine, un ragazzo si alza e chiede: “… Signor Presidente, che consigli può dare agli americani? Vede come stiamo male. E ogni giorno stiamo peggio in America”. Io dico: “Sai, è qualcosa di nuovo. Fino ad ora, a noi tutti l’America dava consigli. Anche se nessuno glielo chiedeva, essa comunque consigliava. No, non voglio dare consigli. Voi americani avete tutto il necessario per comprendere e risolvere tutto da soli”.

Si alza un secondo interlocutore e dice: “Voglio sostenere il mio collega. Lei ci deve dire qualcosa perche lei ha già superato tutto questo. Qualcosa dobbiamo fare anche noi”. Dico: “Beh, io non vi do né un calendario, né un menù. Penso solo che l’America abbia bisogno di una propria perestroika”. Le 10 o 15 mila persone che componevano il pubblico si sono alzate ed hanno applaudito in piedi.

Lei ha anche affermato in un’intervista che gli Stati Uniti agiscono come un poliziotto mondiale. E credono che solo loro possono proteggere il mondo. E chi è il loro nemico? Da chi si proteggono?

Penso che non abbiano bisogno di proteggersi da nessuno, è un’invenzione. Hanno bisogno di un nemico per tornare alla vecchia politica di comando, di pressione. Non possono in alcun modo vivere senza. Pertanto, l’America deve essere fermata. Fermata amichevolmente, fermata come partner.

Penso che dobbiamo essere realistici. L’America è un fenomeno che deve essere considerato in tutto il mondo, ed ha alcuni diritti rispetto al dire le sue parole e prendere decisioni nell’interesse di tutto il mondo, ma la leadership di oggi non può che essere collettiva.

A Suo parere gli americani vogliono che all’interno dell’Europa non si plachino passioni. Perché a Washington è vantaggiosa tale situazione incomprensibile ed i litigi in seno all’alleanza europea?

Quando fervono passioni, quando c’è instabilità in paesi o persino in una regione, ciò offre sempre l’occasione per inserirsi.

Questo è male per l’America in primo luogo. Chiedo loro durante le mie conferenze: “Vi converrebbe forse il ruolo di gendarme mondiale? Credo di no”. Reagiscono con applausi. Lo ho domandato ovunque laddove sono intervenuto. Tali domande sono una specie di sondaggio dell’opinione pubblica.

I semplici americani non vogliono la guerra. Ma sono in una situazione difficile nella loro società. Hanno bisogno di una perestrojka, lo posso confermare anche adesso. Lo possono chiamare però come vogliono, alla maniera americana.

All’America è vantaggioso il ribollire delle passioni in Europa in quanto ciò offre un ottimo pretesto per intromettersi. Se è così, perché gli USA scaricano sulla Russia tutta la responsabilità per la soluzione della crisi in Ucraina?

Quello di scaricare la responsabilità è appunto il metodo americano. La loro stampa provvederà a tutto. Dimostrerà qualsiasi assurdità. Se sarà necessario, proveranno persino che il diavolo sia saltato fuori dalla scatola.

Si è dovuto chiudere il progetto “South Stream”, ci sono problemi con la consegna delle Mistral. Tutto ciò arreca un colossale danno, anche alle compagnie europee. Perché nei rapporti con la Russia l’UE agisce a scapito dei propri interessi?

In Germania sono intervenuti 60 esponenti di punta, tra cui sia ex presidenti, sia Genscher e Schröder, sia Mangold. Sono intervenuti artisti. Tutti hanno detto all’unisono che non si può in nessun caso agire in modo da guastare i rapporti con la Russia. Il tutto succede perché Merkel si trova in una situazione difficile a causa di una grande dipendenza della Germania dagli USA. Su tutti gli altri europei la Germania riesce a prendere il sopravvento.

Una volta in Germania dell’Ovest, a Passau, abbiamo tenuto una conferenza insieme con Kohl, quanto era ancora sano. Il tema della conferenza era “L’uomo nell’Europa unificata”. È venuto fuori che sia Kohl, sia io ritenevamo che senza la Russia fosse impossibile un ordinamento mondiale corrispondente agli interessi di tutte le nazioni e popoli.

Si è alzato un ragazzo ed ha detto: “Se Lei è di tale opinione, bisogna ammettere la Russia nell’UE”. A ciò non eravamo entrambi pronti, soprattutto il mio amico cancelliere. Ha sobbalzato quasi rovesciando il tavolo: “Che bestialità sta dicendo! È impossibile. In nessun caso! “

Perché in nessun caso? Perché senza la Russia la Germania ha un peso molto grande nell’UE. Ma laddove comparirà la Russia dichiarerà le proprie serie posizioni sovrane e avrà sufficienti argomenti per farlo.

Vladimir Putin ha detto recentemente che l’Ucraina e la Crimea sono soltanto un pretesto per mettere in campo sanzioni contro la Russia e che l’Occidente in ogni caso avrebbe inventato un appiglio per adottare le stesse.

Sono propenso a condividere tale punto di vista.

Risulta quindi che gli USA e l’Occidente vogliono semplicemente essere nemici della Russia? Avrebbero varato in ogni caso le sanzioni?

Sono stati loro a dichiararci nemici. Ma non tutti, certamente. Così, ho sentito al contrario molti dire che ci difendono, che la Russia ha ragione. Se guardiamo la storia, vediamo che nonostante tutti gli sforzi nessuno è mai riuscito a mettere in ginocchio la Russia. Ricordiamo Napoleone, ricordiamo Hitler. Nessuno è riuscito a farlo.

Lei dice: “Se il precedenza la Crimea fu unita all’Ucraina secondo le leggi sovietiche, senza chiedere il parere del popolo, adesso il popolo stesso ha deciso di corregere questo errore”. Se è così, perché l’Occidente non lo capisce e non lo accetta?

Perché ciò è svantaggioso per l’Occidente. Gli è svantaggiosa tale posizione. È storicamente così.

Ma quando Lei era il Segretario generale, quando era il primo presidente dell’URSS, perché non ha fatto ritornare la Crimea nella composizone della Russia? Avrebbe potuto farlo.

Ma a che serviva restituire la Crimea se esisteva l’Unione Sovietica? Nell’URSS tale confinazione era come quella tra gli orti di due abitanti di un villaggio. Se le oche di un contadino entravano nell’orto dell’altro, potevano litigare, ma non era una divisione statale, non era un confine protetto.

Al Segretario generale Khruschev sembrava che in questo modo egli avesse rabbonito l’Ucraina. In precedenza era stato, infatti, il primo segretario del PC in Ucraina. E così diede la Crimea agli ucraini.

La Sua carriera politica è stata molto lunga e ricca di avvenimenti. Quale avvenimento è ritenuto da Lei la Sua principale realizzazione in tutto questo periodo?

La perestrojka. E tutto quanto ad essa legato. Anche se si è interrotta e non è stata portata a termine… Libertà, trasparenza, libertà dei viaggi all’estero, libertà religiosa. Ed infine, il disarmo. La gente ha tirato un vero sospiro di sollievo.

In Europa Centrale e in Europa Orientale ai popoli è stata concessa la libertà di scelta. Si è riunificata la Germania. Sono stati ristabiliti i rapporti con la Cina.

Ma deploro il fatto che non si sia riusciti a portare a termine questo progetto. Bisogna ritornare e ricominciare da quelle posizioni. Bisogna accordarsi e proseguire. Ma devono parteciparvi tutti. Propongo di creare tali strutture ed istituiti che si trovino nelle mani della gente. Dal portale: http://www.bulgaria-italia.com/bg/news/news/04541.asp

Intervista trasmessa il 19/12/2014

Autore: Sophiko Shevardnadze
Fonte: Voce della Russia

Condividi questo post