Roma, 07 Giu 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Marco Cerniglia – L’Italia è considerato uno degli stati della NATO che spende meno nell’ambito della difesa. Segue. – Più di una volta, nell’attuale governo gialloverde, si è discusso di una riduzione delle spese militari per far fronte ai problemi di budget per altre riforme.
Questo, peraltro, è un punto di divisione fra le due forze politiche al potere, con la Lega che ritiene sia irresponsabile un taglio in questa sfera, e il Movimento 5 Stelle che invece, oltre ad averne fatto un punto di forza in campagna elettorale, si è concentrato molto su una particolare parte della spesa da tagliare: il nodo degli aerei F-35 ordinati dagli USA.
Si era iniziato a discutere di questo accordo già ai tempi del governo Prodi nel 1998; era previsto l’acquisto di 131 velivoli F-35 dalla Lockheed Martin, numero poi ridotto dal governo Monti nel 2012 a 90, per far fronte alla spesa originale di 15 miliardi. Si era cercato, nel 2014, di dimezzare ulteriormente gli ordini, tuttavia la mozione finì nel vuoto.
Ogni decisione in merito è sempre stata difficile: da un lato, i rapporti con gli americani, già delicati, rischiano di venire compromessi, soprattutto in riferimento all’attuale politica dura di Trump con gli stati dell’Alleanza Atlantica; dall’altro, parte dei pezzi necessari all’assemblaggio dei velivoli viene prodotta proprio in Italia, quindi un taglio dell’ordine significherebbe anche una riduzione della produzione italiana.
Il Movimento 5 Stelle, quindi, che all’opposizione aveva fatto della questione F-35 uno dei punti cardine della propria propaganda, una volta al governo ha potuto unicamente constatare una impossibilità di uscire totalmente dal programma. L’articolo completo prosegue qui >>> https://ecointernazionale.com/2019/06/06/la-complicata-lista-della-spesa-militare-italiana/