Legge 121: sicurezza, legalità e Forze dell’Ordine

Roma, 18 Mag 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Michele Rinelli – Un contratto con molteplici innovazioni ma l’importante che poi vengano attivate concretamente. (Di seguito articolo e contratto). Lo chiamano contratto, forse impropriamente, ricalcando probabilmente le gesta di un precedente presidente del consiglio che lo firmò in prima serata davanti a milioni di italiani insieme a Bruno Vespa.

Se non è un contratto di sicuro è un accordo, una “Road Map”, tanto per utilizzare una definizione moderna, che ci dà l’idea di cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi.

È bello leggerlo, si scorgono tante e fantastiche innovazioni, più difficile sarà sicuramente realizzarle nel concreto, la politica non è una lavagna che cancelli e i sistemi non si cambiano a colpi di spugna. A leggere il “contratto” per le forze dell’ordine viene confermata la sensazione che ho da tempo, la legge 121 del 1981 che regola il sistema della pubblica sicurezza ha i mesi contati.

Un pericolo se la politica non avrà cura di analizzare bene le criticità e le peculiarità del comparto.
Tra le righe del contratto si legge la volontà di impiegare l’esercito per contrastare fenomeni di mafia e microcriminalità, che cozza con la volontà di assumere massicciamente tra le fila di polizia e carabinieri: se assumi massicciamente non hai bisogno dei militari per contrastare determinati fenomeni.

Quello dei militari per le strade è un vecchio slogan che si scontra semplicemente con l’efficienza dell’apparato.
Sono necessarie assunzioni per portare l’età media delle forze di polizia, almeno, a 40 anni ma deve anche essere resa più efficiente la gestione delle risorse umane ma anche quelle logistiche e funzionali degli apparati. L’articolo completo prosegue qui >>> https://paroleingiaccablu.wordpress.com/2018/05/17/eccolo-il-contratto-che-riforma-la-121/

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