Roma, 27 Nov 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Eques – Riflessioni sull’aggressione alla libertà di stampa. (Segue articolo). – Quella dei giornalisti, come ogni categoria in cui si raggruppano pluralità di soggetti, è ovviamente variegata e multiforme.
Di sicuro non è, nè può pretendere, di rimanere immune da censure e critiche, quando è la prima a censurare e criticare, con sempre maggior frequenza, insultando chi suscita un qualche interesse, senza dar conto delle reali ragioni della loro riprovazione.
Costoro, ma non se ne comprende la ragione, forse accecati dal desiderio di distruzione mediatica del loro obbiettivo del momento, stanno sempre di più perdendo i contati con la realtà.
Spesso propongono notizie in modo talmente veemente, da non realizzare neppure di proporre immagini che al lettore medio suscitano l’effetto contrario, lasciando senza risposte le domande che la gente cosiddetta normale si pone, e a cui però non trova risposta.
Spesso le critiche non sembrano genuina espressione di riprovazione per fatti, quanto strumento di difesa (?), o di aggressione (?), verso chi è stato eletto a proprio, o di qualcun altro, nemico.
E allora, siamo davvero sicuri che l’accusa, o quanto meno il dubbio, verso alcuni giornalisti, essendo evidente che l’attacco non è alla categoria in generale, o a tutti i suoi appartenenti, ma solo verso alcuni, di agire, prezzolati, per conto terzi, ancorché espresso in quel modo, da me non condiviso, sia così infondata?
E infatti, quali sono le censure rispetto alle accuse? Solo quella dell’utilizzo di termini ed espressioni volgari, ma sulla sostanza delle accuse qualcuno ha sentito dir nulla? E allora, torniamo con i piedi per terra, e andiamo a vedere come questa sorta di “pasionarie” della verità, agiscono. L’articolo completo prosegue qui >>> https://ofcs.report/sociale/riflessioni-sullaggressione-alla-liberta-di-stampa/