L’insostenibile leggerezza della Difesa: Il punto di Marco Bertolini

Roma, 19 Ott 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Marco Bertolini – Dalla guerra, alla leva obbligatoria fino ai giorni nostri. (Segue articolo). – In principio fu il deprecatissimo ventennio, che perse la guerra. E poi fu la Repubblica Italiana, che la ripudiò, la guerra. Anche se più avanti si vantò di averne vinta una, la “fredda”, e non con i buoni sentimenti ma con la deterrenza armatissima e nucleare della NATO.

Comunque sia, la Difesa c’era sempre, definita come “sacro dovere” in quella che sarebbe la più bella costituzione del mondo, almeno a sentire quel noto costituzionalista che risponde al nome di Roberto Benigni, seppur con un’apparente schizofrenica dicotomia tra articolo 11 e 52 della stessa.

Ma non ci si faceva molto caso presi come eravamo dagli obblighi della nostra alleanza contrapposta ad un’alleanza militare comunista, entrambe ben impiantate nel mondo reale che delle nostre fumisterie ideologiche se ne fregava.

Quindi, tutti i ragazzi a 18 anni facevano la visita di leva e a 20 ricevevano la cartolina rosa. Che si chiamava cartolina “precetto”, perché era prescrittiva, un obbligo.

Tutti i giovani sapevano, infatti, di essere ufficialmente tenuti a dare qualcosa di importante alla comunità nazionale: un intero anno della loro vita e non una mera dichiarazione di solidarietà o disponibilità per il prossimo da esibire in qualche chiassosa manifestazione scolastica (anzi, anti-scolastica) o in qualche coloratissimo “Pride”.

C’era anche, a dire la verità, il gruppone degli illuminati “obiettori di coscienza” che se la sfangava, da non confondere con quei turpi medici che si rifiutano di uccidere i nascituri; ma questa è un’altra storia. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/linsostenibile-leggerezza-della-difesa

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