Migranti: chiesto un blocco navale sulle coste libiche

Roma, 29 Ago 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Lorenzo Vita – Molti esponenti politici chiedono che esso venga effettuato il prima possibile. (Segue articolo). – A tre anni dall’inizio dell’ operazione Sophia, ufficialmente European Union Naval Force Mediterranean, il tema migranti continua a essere centrale nel dibattito politico italiano ed europeo.

Il caso della nave Diciotti della Guardia Costiera e l’incapacità dell’Unione europea di rispondere alle richieste di aiuto del governo italiano, continuano a provocare frizioni in Italia ne in Europa. E si torna a parlare con insistenza di un blocco navale davanti alle coste della Libia.

L’idea del blocco navale circola ormai con insistenza in larga parte della politica e dell’elettorato italiano. Molti esponenti politici chiedono che esso venga effettuato il prima possibile.

Per molti, è l’unica soluzione per risolvere definitivamente il problema dell’arrivo dei barconi che partono dalla Libia e che si dirigono verso l’Italia.

Ma è davvero possibile effettuare un blocco navale di fronte alla Libia? Innanzitutto bisogna capire cosa sia effettivamente un “blocco navale”.

Come spiegato dall’ammiraglio Fabio Caffio nel suo Glossario di Diritto del mare, “Il blocco navale (naval blockade) è una classica misura di guerra volta a impedire l’entrata o l’uscita di qualsiasi nave dai porti di un belligerante”.

E già da questa definizione è facile capire che il blocco navale sia un concetto quantomeno rischioso nel caso di Italia e Libia.

Tripoli è un nostro partner, non un Paese belligerante. E questo incide profondamente sulle capacità di manovra del nostro governo, che rischia di mettere in atto un vero e proprio atto di guerra nei confronti di uno Stato con cui sta dialogando da anni. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.occhidellaguerra.it/blocco-navale-libia/

 

 

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