Roma, 14 Gen 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Marco Ludovico – Il governo lavora alla modifica degli assetti militari inviati nelle operazioni internazionali. (Segue articolo). – Al di là degli annunci, sulle missioni internazionali c’è un solo fatto certo. Ogni anno il decreto di finanziamento, architrave giuridica ma innanzitutto atto politico del governo, approvato dal parlamento, è sempre cambiato. Accadrà anche stavolta.
Non solo, come viene subito in mente, per la fibrillazione in Libia e in Medio Oriente. Il provvedimento è frutto delle valutazioni militari; degli equilibri diplomatici; delle esigenze finanziarie. E, soprattutto, degli indirizzi politici.
Tecnici al lavoro alla Difesa. Gli uffici del gabinetto del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il vertice di Smd (Stato Maggiore Difesa) con il generale Enzo Vecciarelli e il Coi (comando operativo interforze) guidato da generale Luciano Portolano, sono i fulcri della definizione tecnica del nuovo decreto missioni.
Poi, però, c’è l’input politico. Non a caso, Guerini ha detto alcuni giorni fa un fatto ormai sicuro: ci vuole «una riconfigurazione delle missioni all’estero». Ma non ha aggiunto altro. Sarebbe stato prematuro.
Il ruolo di Nato e Ue. La nostra partecipazione ha implicazioni differenti se facciamo parte di una coalizione, siamo sotto l’egida Nato o dell’Unione europea.
Il peso dell’Italia cambia e sarà anche il caso che l’impegno finanziario e umano – in Medio Oriente siamo secondi solo agli Stati Uniti per il numero dei militari presenti – venga fatto pesare molto di più nei rapporti con gli alleati. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilsole24ore.com/art/missioni-all-estero-decreto-le-regionali-ecco-cosa-puo-cambiare-ACYx2bBB