Roma, 18 Set 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Andrea Grelloni – Il contributo italiano alla missione è decisamente importante in termini numerici, dato che è il secondo esercito dopo quello degli Stati Uniti ad impiegare il maggior numero di soldati. Segue. – Dalla fine degli anni Novanta in Kosovo è attiva una missione multinazionale sotto egida della NATO, denominata Kosovo Force (KFOR), i cui obiettivi prioritari sono il mantenimento della sicurezza e della stabilità della piccola quanto complessa realtà del Paese balcanico che nel 2008 si è ufficialmente reso indipendente dalla Serbia, anche se Belgrado non ne riconosce il suo status internazionale e ne rivendica la propria appartenenza territoriale.
Dopo un’intensa campagna aerea da parte delle forze dell’Alleanza Atlantica contro obiettivi strategici e infrastrutturali serbi (Operazione Allied Force), cui ha fatto seguito il ritiro dell’esercito serbo dal Kosovo predisposto con l’accordo di Kumanovo, le prime truppe di terra della NATO entrarono in territorio kosovaro nelle prime ore del 12 giugno 1999, agendo su mandato legale della risoluzione 1.244 delle Nazioni Unite, con lo scopo di mettere definitivamente fine al conflitto interno tra le forze militari e paramilitari serbe contro l’esercito di liberazione del Kosovo (UCK – Ushtria Çlirimtare e Kosovës) e salvaguardare l’incolumità della popolazione civile dopo una sanguinosa guerra interetnica.
Siamo nel 2020 e ancora dopo più di vent’anni l’esercito della NATO presidia quest’area geografica estesa circa 10mila kq, anche se dal giorno in cui è iniziata l’operazione ad oggi la forza complessiva del contingente atlantico dalle 50mila unità del 1999 si è ridotta alle 3.500 attuali…L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.notiziegeopolitiche.net/la-missione-kfor-della-nato-e-il-supporto-militare-italiano/
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