Roma, 28 Giu 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Mario Ruggiero – L’attività primaria delle Forze Armate, in tempo di pace dovrebbe essere quella di addestrarsi per poter fronteggiare, in caso di necessità, lo scenario peggiore e cioè un conflitto. (Segue articolo). – Con l’insediamento del Governo “Conte”, inizia l’attività del 65° Esecutivo della Repubblica Italiana, contestualmente allo sviluppo dei lavori della XVIII Legislatura.
Alla luce del difficile quadro geo-strategico internazionale, il desiderio che la nuova compagine governativa esamini con la dovuta attenzione le esigenze delle Forze Armate è sicuramente comune a moltissimi cittadini, in armi e non.
La Difesa trova ampi richiami già in ambito carta costituzionale, dove viene evidenziata la funzione primaria che essa deve assolvere per assicurare la sovranità nazionale, condizione imprescindibile perché la vita democratica del Paese possa svilupparsi.
Purtroppo, anche nella recente campagna elettorale abbiamo sentito parlare di militari che trascorrono il loro tempo in caserma “giocando a carte”, poiché non impegnati in attività “operative”.
Ci troviamo di fronte all’ennesima incomprensione della funzione Difesa. L’attività primaria delle Forze Armate, in tempo di pace, fatte salve le cosiddette operazioni correnti, non può che essere quella di addestrarsi per poter fronteggiare, in caso di necessità, lo scenario peggiore e cioè un conflitto.
Non esiste incarico funzionale e/o di specializzazione dell’Esercito che non richieda un ciclo di addestramento periodico di almeno un anno.
Tale ciclo addestrativo può arrivare a richiedere anche due o più anni e portare a gravi conseguenze in caso di mancato sviluppo nella sua interezza. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/evidenza/punti-di-vista/nuovo-governo-e-forze-armate-una-riflessione-sulle-principali-esigenze