Olimpiadi di Tokyo 2020: Perché molti atleti italiani fanno parte delle Forze Armate

Roma, 11 Ago 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Andrea Barsanti – Dai campioni più recenti come Marcell Jacobs e Gimbo Tamberi a storici del calibro di Juri Chechi e Valentina Vezzali, molti sono arruolati in corpi dello Stato. (Segue articolo). – Dedizione, costanza, disciplina, rigore. E disponibilità in termini di tempo e di denaro: diventare atleti olimpici è un percorso lungo e complesso, quasi più che vincere l’agognata medaglia, un’impresa che per molti campioni inizia da giovanissimi e comporta sacrifici e rinunce in favore di trasferte e allenamenti.

È anche per questo che molti atleti italiani fanno parte delle forze armate o dei corpi di polizia, una caratteristica che riguarda prettamente l’Italia e che affonda le radici nel passato.

All’indomani dalla chiusura delle Olimpiadi di Tokyo, Giochi che hanno portato in Italia ben 40 medaglie – un numero mai registrato prima – con l’entusiasmo cresce anche la curiosità, in particolare su come gli atleti riescano a diventare campioni olimpici, e sul perché molti facciano parte di Esercito, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Aeronautica Militare, Marina Militare, e ancora Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco, Polizia Penitenziaria. Questo accade soprattutto per chi gareggia nelle discipline che fanno parte del macrogruppo dell’atletica:

Marcell Jacobs, “l’uomo più veloce del mondo” e vincitore di due ori (100 metri piani e 4×100 insieme con Lorenzo Patta, Fausto Desalu e Filippo Tortu) e Gianmarco “Gimbo” Tamberi, oro nel salto in alto, sono entrambi arruolati nelle Fiamme Oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato. Come loro anche Massimo Stano, altro oro nella marcia, e Viviana Bottaro, bronzo nel karate. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.today.it/sport/olimpiadi/atleti-forze-armate-perche.html

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