Roma, 05 Feb 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Mauro Meazza – Ecco i casi in cui conviene. (Segue articolo). – Da giovani ci sono altre urgenze, da meno giovani ci sono costi troppo elevati: è la tenaglia delle ragioni che scoraggiano molti laureati dal mettere a frutto, ai fini della pensione, gli anni passati all’università.
Il “riscatto” – questo il termine tecnico corretto – in effetti si scontra, appena finiti gli studi, con esigenze ben più prossime, quali possono essere il rendersi indipendenti, acquistare o affittare una casa o un’auto, mentre nell’ultima parte della vita lavorativa i costi diventano così elevati da dissuadere i richiedenti.
Le nuove regole. Ora il decreto legge 4 introduce, in un solo articolo (il 20), due novità: da una parte c’è una possibilità agevolata di riscatto per gli anni del corso di laurea, con un meccanismo identico a quanto è già previsto da anni per i cosiddetti “inoccupati” (chi non ha mai avuto un contributo versato in tutta la sua vita);
dall’altra consente di colmare eventuali buchi contributivi, fino a un massimo di cinque anni, per periodi nei quali si è lavorato ma non in regola con i versamenti previdenziali.
Entrambe le misure pongono come limite l’anno 1996, quando cioè ha debuttato nel nostro ordinamento il sistema contributivo di calcolo della pensione, sostituendo (o, per chi già lavorava, affiancando) quello retributivo. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2019-02-02/riscatto-laurea-genitori-e-figli-prova-convenienza-forfait–102926.shtml?uuid=AFkq13D