Pescatori sequestrati in Libia: La “marcia per la libertà” delle famiglie

Roma, 27 Ott 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Domenica i familiari hanno camminato da Albano Laziale fino a Roma. (Segue articolo). – Una “marcia per la libertà” per ricordare i 18 pescatori prigionieri dal 1° settembre in Libia. Partiti da Albano Laziale, due armatori, le madri, mogli e figlie dei marittimi bloccati dalla milizia del generale Khalifa Haftar hanno percorso 30 chilometri fino al centro di Roma.

Sono rientrati nella piazza Montecitorio dove da giorni hanno allestito due tende in cui a turno trascorrono la notte. È stata una protesta pacifica e silenziosa contro le mancate risposte delle istituzioni sulle condizioni dei marittimi.

“Abbiamo organizzato la marcia insieme a un gruppo di amici romani per sensibilizzare il Governo affinché ci dia risposte concrete”, spiega Marco Marrone, armatore di uno dei due pescherecci, il Medinea.

“Da 55 giorni non abbiamo alcun dato certo di come stiano i nostri pescatori – continuano i familiari – Le risposte arrivano sempre uguali, dal giorno 1 ci dicono che stanno bene, che sono trattati bene, che mangiano, che hanno ricevuto i farmaci di cui qualcuno di loro ha bisogno, ma mai abbiamo avuto una prova certa delle loro buone condizioni, non siamo mai riusciti a sentirli.

Con noi ci sono mogli, madri, figlie, mentre a Mazzara, dagli stessi giorni in cui noi siamo in presidio fisso a Montecitorio, altri non si muovono da sotto il Comune. Da 35 giorni dormiamo in tenda davanti al Parlamento – continua l’armatore – tra noi c’è una signora di 74 anni, le figlie 20enni di due marittimi, siamo in una situazione assurda. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.repubblica.it/esteri/2020/10/25/news/libia_la_marcia_della_liberta_delle_famiglie_dei_pescatori_sequestrati-271852253/

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