Roma, 03 Dic 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Maurizio Belpietro – La prova che nulla è cambiato. Segue. – L’estate del 1995 fu tra le più piovose che si ricordino. Acqua pure il giorno di Ferragosto, ma di notizie invece neanche a pagarle. Ricordo che il 16, mentre mi incamminavo verso il Giornale, di cui ero vicedirettore vicario, mi domandavo come sarei riuscito a riempire le pagine.
Arrivato in redazione, misi mano al cassetto, dove ogni tanto riponevo inchieste e servizi da usare nei momenti peggiori, e ne trassi un paio di articoli che avevo fatto preparare sui rendimenti delle case dell’Inps.
Era stato Marco Bertoncini, un collaboratore dell’allora presidente dei Confedilizia Corrado Sforza Fogliani, a segnalarmi che in Parlamento giaceva una relazione sullo stato degli investimenti immobiliari dell’ente.
Il rapporto svelava che, pur avendo affittato centinaia di migliaia di appartamenti, l’istituto non soltanto non riusciva a guadagnarci, ma rischiava di perderci.
Soldi, che è bene ricordarlo, avrebbero dovuto essere investiti per garantire le future pensioni dei lavoratori. Settimane prima avevo affidato la faccenda a Fausto Brambilla, all’epoca capo del «Fatto del giorno», la sezione più importante, affinché predisponesse un articolo e vari approfondimenti.
Così, nel deserto di notizie di quel piovoso agosto, ci preparammo a pubblicare l’inchiesta. Ricordo che quando nel pomeriggio Vittorio Feltri, che del Giornale era direttore, arrivò in redazione e gli dissi di aver predisposto due pagine con quella storia di case e affitti, mi osservò con lo stesso sguardo con cui si squadra un mentecatto, commentando: «A chi vuoi che interessino gli appartamenti dell’Inps il giorno dopo Ferragosto? L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.panorama.it/news/politica/affitto-casa-trenta-141-euro/