Roma, 24 Dic 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Gianandrea Gaiani – L’Italia peraltro ha già soldati presenti in Libia. Trecento sono schierati all’aeroporto di Misurata per una missione di aiuti sanitari. Segue. – I rilevanti sviluppi militari sul fronte libico nella battaglia in atto da otto mesi intorno a Tripoli stanno evidenziando sul piano strategico la crescente irrilevanza di Italia ed Europa.
In meno di un mese il trattato militare e sulla Zona economia esclusiva (ZEE) marittima tra il governo Tripoli e la Turchia, firmato a Istanbul il 27 novembre e reso operativo il 7 e 8 dicembre, ha mutato lo scenario politico e militare.
In prima linea il feldmaresciallo Khalifa Haftar ha annunciato l’ennesima offensiva finale sulla capitale che per ora ha visto il suo Esercito nazionale libico (LNA) conseguire solo modesti progressi nel settore sud-occidentale puntando ora su Sirte e Misurata.
Successi smentiti da Fayez al Sarraj, premier del Governo di accordo nazionale (GNA) riconosciuto dall’Onu, che sta cercando nelle ultime ore di conquistare Tarhouna, roccaforte nemica alla periferia sud di Tripoli.
Un contrattacco del GNA reso possibile dai nuovi aiuti dalla Turchia che già schiera consiglieri militari, blindati e droni armati e dalla mobilitazione generale di tutte le milizie di Misurata che bilanciano le forze di Haftar sostenute da contractors pagati dagli Emirati Arabi Uniti, da milizie sudanesi e contractors russi la cui consistenza numerica è stimata da diverse fonti tra 600 e 1.400 unità.
Una presenza che Mosca ha negato in più occasioni ma che deve avere un fondamento se la crisi libica è oggetto di colloqui e presto di trattative) tra Recep Tayyp Erdogan e Vladimir Putin. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.analisidifesa.it/2019/12/al-via-le-manovre-di-erdogan-per-estromettere-litalia-dalla-libia/
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