Roma, 18 aprile 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Con il recente attacco dell’Iran ad Israele l’attenzione si è fermata sui missili utilizzati. Il dubbio per molti è capire le differenze tra i vari sistemi missilistici in uso dai vari paese.
I conflitti in Ucraina e in Medio Oriente hanno riportato agli onori delle cronache l’utilizzo dei sistemi missilistici: con la guerra aperta scatenata da Mosca abbiamo cominciato, ad esempio, a leggere di missili ipersonici – sebbene essi siano da tempo in servizio – mentre nell’attacco iraniano a Israele di sabato notte sono stati usati missili balistici e da crociera. Cerchiamo quindi, brevemente, di fare chiarezza su queste varie tipologie di vettori.
I missili balistici
Cominciamo quindi dai missili balistici, che sono presenti negli arsenali militari da decenni e sono i diretti discendenti delle V-2 tedesche usate durante la Seconda Guerra Mondiale. Si definiscono “balistici” in quanto sono missili che viaggiano in traiettoria balistica per colpire il loro bersaglio, ovvero compiono sostanzialmente un tragitto parabolico spingendosi al di fuori dell’atmosfera terrestre. Attualmente ne esistono di tipologie diverse a seconda della loro gittata, per cui ufficialmente si distinguono in “a corto raggio” (o Srbm – Short Range Ballistic Missile), “a medio raggio” (o Mrbm – Medium Range Ballistic Missile), “a raggio intermedio” (o Irbm – Intermediate Range Ballistic Missile) e infine intercontinentali (o Icbm – Intercontinental Ballistic Missile).
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