Suicidi in divisa: Aumentano i casi ma nessuno si interroga sulle cause

Roma, 03 Nov 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Andrea Leccese – La questione dei suicidi deve far accendere i riflettori sulle condizioni di lavoro nel mondo militare. Segue. – Mentre continua la misteriosa disattenzione dei media sulla sindacalizzazione delle Forze armate, si registra invece un certo interesse da parte dei giornalisti per i suicidi tra i militari. Sono ben 26 dall’inizio dell’anno i lavoratori con le stellette che si sono tolti la vita.

L’argomento va certamente affrontato con doverosa cautela – il suicidio è un fenomeno complesso – ma è indubbio che possa esserci una relazione tra la qualità del lavoro ed eventi tragici di questo tipo.

In particolare, è plausibile che in un ambiente, come quello militare, fortemente gerarchizzato e caratterizzato da una compressione spesso eccessiva dei diritti civili e sociali, possano verificarsi più facilmente che altrove situazioni di disagio psicologico lavorativo. Ed è evidente che la disponibilità di un’arma acuisce questo pericolo.

Andrebbe rispolverato un successo editoriale di qualche anno fa, Il metodo antistronzi di Robert I. Sutton (Elliot, 2007). A prescindere dal titolo colorito, il saggio di Sutton, professore di Scienza dell’Ingegneria gestionale presso l’Università di Stanford, fornisce un’analisi rigorosa dei rischi, in termini di problemi psicologici e di scarso rendimento, collegati alle prevaricazioni sul luogo di lavoro e offre una interessante chiave di lettura delle dinamiche interne alle Forze armate. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/11/02/suicidi-tra-i-militari-i-numeri-crescono-ma-nessuno-si-interroga-sulle-cause/5539795/

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