Uranio impoverito: risarciti familiari soldato morto di tumore

Reggio Calabria, 26 Giu 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) –  Dopo 11 anni di battaglie legali i familiari di un militare di Reggio Calabria morto di tumore dopo la missione in Kosovo hanno ottenuto giustizia. Leggiamo di seguito. – Nel 1999 aveva partecipato alla missione “Arcobaleno” in Albania in qualità di Sovrintendente del Corpo Forestale dello Stato, che era in forza presso il comando di Reggio calabria.

Nel 2007 era morto di tumore al rene. Come molti nostri militari al ritorno da questa e altre missioni nel Kosovo si è ammalato di tumore a causa dell’uranio impoverito utilizzato.

L’uranio si trova diffusamente in natura come una miscela di tre isotopi e per poterlo usare efficacemente negli impianti per energia nucleare, o per la costruzione di bombe atomiche, è necessario operare il processo detto di “concentrazione”, di arricchimento della percentuale di uranio 235, che permette la fissione nucleare.

In larga quantità, il sottoprodotto di tale processo è l’uranio depleto (impoverito), che effettivamente costituisce scorie radioattive.

La sua percentuale di radioattività equivale al 60% di quella dell’uranio naturale ed emette radiazioni alfa. I raggi alfa hanno debole forza di penetrazione, possono propagarsi nell’aria solo per qualche centimetro.

Di conseguenza, non hanno effetti sul corpo umano senza un contatto diretto con esso, ma se una pur piccola particella di uranio depleto entra nel corpo può causare una esposizione radioattiva all’interno estremamente pericolosa. Gli eredi hanno chiesto l’equo indennizzo all’Inpdap e al ministero ma senza esito.

Ora il Tar di Reggio Calabria ha emesso sentenza favorevole alla famiglia del militare deceduto. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilfattodicalabria.it/apertura/2018/06/uranio-impoverito-risarcimento-per-i-familiari-di-un-calabrese/

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