Uranio impoverito: una strage di Stato che non vede la fine

Roma, 28 Giu 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Cinzia Palmacci – Leggiamo di seguito alcune delle molteplici vicende di soldati deceduti a causa dell’uranio impoverito. – Luciano Cipriani maresciallo dell’Aeronautica militare aveva 47 anni. Nel suo curriculum diverse missioni all’estero, Kosovo, Afghanistan. Aveva respirato a pieni polmoni l’aria di quei luoghi e calpestato le terre avvelenate da uranio impoverito, tutto senza protezioni.

Caschi, maschere, tute, guanti, tutto l’armamentario che in quei teatri di battaglia usano americani e inglesi, ma che i nostri comandi, alti e altissimi, ritengono inutili orpelli.

E quel veleno gli era entrato in corpo, lentamente, ma in modo inesorabile. Aveva attaccato il suo fisico possente, lo aveva piegato alle sue ragioni, quelle di un tumore che ha un nome terribile e impronunciabile: glioblastoma multiforme di IV grado. Gli aveva reso la vita impossibile. Chiuso in un letto in attesa della morte. La fine del corpo come liberazione dalle sofferenze.

uranio impoveritoLuciano ha combattuto per un anno. Sballottato come un pacco postale da un ospedale all’altro. Sempre le stesse diagnosi. Senza speranza. La sua famiglia non si è arresa.

È andata in Germania, ha sperimentato nuove cure, si è aggrappata pure all’ultima speranza ma inutilmente. Da soli. Senza l’aiuto di nessuno. Asl, ministeri, burocrazie, non sono mai stati dallo loro parte.

Povero Luciano, vittima dell’indifferenza. Di un Paese sempre uguale a se stesso. Muore Luciano, come tanti altri suoi commilitoni, in un’Italia assuefatta e poco seria che non vuole saperne di pace e guerra. È affar loro e delle loro famiglie.  L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilfarosulmondo.it/uranio-impoverito-strage-di-stato/

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