Attualità: Luci ed ombre dell’evacuazione italiana dall’Afghanistan

Roma, 31 Ago 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Andrea Cucco – Un plauso indiscusso va ai 1500 uomini e le donne che hanno lavorato ininterrottamente, in Italia come a Kabul. (Segue articolo). – Si è conclusa l’evacuazione dall’aeroporto di Kabul di interpreti, collaboratori di ambasciata, di contingente militare, di cronisti e – sicuramente – di afgani che hanno colto l’occasione della vita per “aggregarsi” e venire in Italia.

Denominatore comune il “terrore talebano” che, secondo troppe testimonianze, sta mietendo vittime tra ordini, conti in sospeso e vendette.

Se vogliamo essere onesti, e come giornalisti lo dobbiamo, bisogna ammettere che l’operazione – tardiva – ha portato alla luce numerosi errori, limiti oltre che meriti.

Innanzitutto non capiamo perché da giugno, quando è stata avviata l’operazione “Aquila 1”, e sono state evacuate 228 persone, si siano attesi quasi due mesi per mettere in salvo altri 4.575 afgani con la successiva “Aquila Omnia”…

Secondo non comprendiamo come sia possibile che, dopo 20 anni di presenza in Afghanistan, sia stato tanto complesso verificare e mettere in lista i collaboratori effettivi del nostro Paese.

Si è lavorato, talvolta “in tempo reale”, arrivando a richiedere la presentazione di documentazione di avvenuta cooperazione che, una volta presa Kabul da parte dei barbari, avrebbe significato una pallottola in fronte al primo posto di blocco.

Sembra che questa geniale modalità venga ora suggerita a chi vuole raggiungere le ambasciate italiane nei Paesi limitrofi…Non sarebbero dovuti e dovrebbero oggi bastare dei documenti d’Identità con liste già pronte da anni? L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/afghanistan-luci-ed-ombre-dellevacuazione-italiana

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