Bari: Con l’esame del Dna daremo un nome ai marò trucidati nel 1945

Roma, 16 Gen 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Fausto Biloslavo – Per 75 anni i resti sono rimasti sepolti ad Ossero sull’isola oggi croata. (Segue articolo). – “Per la nostra famiglia sarebbe un sogno identificare i resti di mio zio riportandolo finalmente a casa. È un dovere alla memoria di papà, che non ha mai più saputo nulla di suo fratello partito per la guerra e ufficialmente disperso” spiega Maria Antonietta, nipote di Francesco De Muru, uno dei marò passati per le armi dai partigiani di Tito e sepolti in una fossa comune per 75 anni.

Classe 1924, era partito giovanissimo da Posada, in provincia di Nuoro, per il secondo conflitto mondiale. Dopo la resa, a fine aprile 1945, è stato prima torturato e poi passato per le armi dai partigiani di Tito assieme ad altri 21 marò della X Mas e a sei militi italiani del battaglione Tramontana di Cherso. Per 75 anni i resti sono rimasti sepolti ad Ossero sull’isola oggi croata.

Nel 2019 sono stati riesumati e tumulati con tutti gli onori al sacrario di Bari in 27 cassettine ognuna con su scritto «caduto ignoto». Adesso, grazie ad una raccolta fondi della Comunità italiana degli esuli di Lussino e ripresa da panorama.it, si cercherà di dare ai resti un nome con le tecniche più innovative.

«Fino al 13 gennaio sono stati donati 14.772 € per l’identificazione dei marò di Ossero. Un successo» dichiara Licia Giadrossi, che guida il gruppo di esuli costretti ad abbandonare le loro terre dopo la fine della seconda guerra mondiale. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.panorama.it/news/politica/foibe-mar

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