Cronaca: Calci, sputi e sgabellate. La difficile situazione del poliziotto nel carcere di Mammagialla

Viterbo, 19 Feb 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Daniele Camilli – La condizione di lavoro all’interno della casa circondariale raccontata da chi la subisce ogni giorno. Segue. – Calci, sputi e sgabellate. Anche lamettate. La vita del poliziotto penitenziario nel carcere di massima sicurezza di Mammagialla. La casa circondariale in via San Salvatore. A Nord di Viterbo. Subito dopo la zona industriale della città, a ridosso della Teverina che porta verso l’Umbria.

“Siamo esseri umani anche noi”, dice Simona Tuzi del sindacato Uilpa, una poliziotta che ieri era in piazza con tutte le altre sigle sindacali per protestare contro una condizione lavorativa diventata ormai, come Tuzi stessa ha detto, “intollerabile. Ai limiti della sopportazione”.

“A Mammagialla ci sono diversi detenuti problematici – spiega Tuzi -. Quello che, però, spesso si dimentica è che anche il poliziotto è un essere umano. E delle sue azioni risponde sia dal punto di vista amministrativo che a livello penale. Abbiamo davanti un uomo e una donna che hanno una vita personale da gestire”.

Orari di lavoro a volte massacranti. In galera pure loro. Per ore. “Colleghi – prosegue Tuzi – che lavorano fino a 12 ore in condizioni di stress non indifferenti”. E capita spesso che “tanti colleghi, arrivati all’età della pensione scoprono di avere malattie cardiache”. “E a volte – Tuzi lo dice a fine intervista, a telecamera spenta, “ci scappa anche l’infarto”.

“Ci sentiamo abbandonati, disorientati, c’è malumore. Tanto – racconta un poliziotto che vuole restare anonimo -. Siamo sotto organico e la voglia di lavorare è sempre meno. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.tusciaweb.eu/2020/02/calci-sputi-sgabellate-la-vita-del-poliziotto-nel-carcere-mammagialla/

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