Cronaca: Dovere nostro è studiare perchè un poliziotto muore!

Roma, 10 Ott 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Michele Rinelli – Rinelli: “Quello che segue vuole essere il contributo esperienziale di chi, da oltre 15 anni, ogni giorno fa lo stesso lavoro di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego”. Segue. – PREMESSA. In questi giorni non è facile salire su una pattuglia, non è facile perché due colleghi, poco più che trentenni non hanno fatto ritorno alle loro famiglie, non sono andati a bersi una birra alla fine del servizio, non possono continuare a dare e a fare il lavoro che adoravano.

In queste ore ci sono state tante parole scritte a sproposito, parole che aggiungono dolore al dolore, smarrimento e confusione ma anche tanti attestati di stima e solidarietà, in molte Questure d’Italia, non solo a Trieste, comuni cittadini ci hanno portato un fiore o telefonato al 113 per esternare la loro sincera vicinanza.

Gesti questi che ci rassicurano sul fatto che nonostante tutto vale la pena continuare, “esserci sempre”, come recita il nostro slogan.

Quella che segue quindi non vuole essere la critica su una tragedia, ciò che andrò a farvi leggere non vuole essere il necrologio o la speculazione postuma su ciò che non ha funzionato, perché quando un poliziotto muore per forza di cose non è andato qualcosa, quello che segue vuole essere il contributo esperienziale di chi, da oltre 15 anni, ogni giorno fa lo stesso lavoro di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego e che non accetta che questi ragazzi siano gli ennesimi morti inutili di un paese smemorato e che non mette mai nulla in discussione per non dispiacere a qualcuno. L’articolo completo prosegue qui >>> https://paroleingiaccablu.wordpress.com/2019/10/07/dovere-nostro-e-studiare-perche-un-poliziotto-muore/

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