Difesa: Il punto sul ritiro dell’Italia dall’Afghanistan

Roma, 04 Feb 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Ci si chiede perchè Afghanistan si e UNIFIL no. (Di seguito l’articolo). – Il Ministro della Difesa ha recentemente dato a COI l’incarico di valutare un programma di rientro delle truppe italiane impiegate da ormai 17 anni in Afghanistan in una guerra che si è dimostrata un completo fallimento militare e politico.

Gli afghani, popolo combattente, dopo aver sconfitto gli inglesi che costretto ad una vergognosa ritirata nel 1842, e aver costretto la potente Armata Rossa alla ritirata nel 1989 dopo oltre cinque anni di guerriglia, ora, possono vantarsi di aver costretto una terza potenza mondiale, gli USA che al comando di una coalizione internazionale, ha invaso il paese dopo gli eventi delle torri gemelli , a trattare la pace.

I talebani, artefici del successo contro l’Unione Sovietica, appoggiati ed armati da USA e Pakistan, sapientemente diretti dall’ISI, la potente agenzia di intelligence pakistana, che nel 1989 hanno costretto i russi alla ritirata, ora sono chiamati proprio dai “nemici” statunitensi, al tavolo della pace.

3430 militari morti, di cui 55 italiani che hanno avuto anche oltre 600 feriti, un costo di complessivo per gli USA di oltre 4 mila miliardi di dollari e per gli italiani oltre 6 miliardi di euro, per arrivare al 2019, dopo 18 anni di conflitto, a chiedere ai talebani di sedersi al tavolo della pace ed accettare la sconfitta militare e politica.

Bene quindi ha fatto il Ministro Trenta a prevedere una possibile uscita dal teatro afghano, ma non si comprende come il titolare del Dicastero della Difesa non abbia ancora pensato ad un ritiro dal Libano. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.osservatorio-sicilia.it/2019/02/03/ritiro-delle-truppe-perche-afghanistan-si-e-unifil-no-eppure-s/

 

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