Roma, 29 Set 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Patrizia Del Pidio – Vediamo il parere di maggio 2019. (Di seguito l’articolo). – Tutti i dipendenti che lasciano l’attività lavorativa hanno diritto a ricevere dal datore di lavoro una somma di denaro chiamata “buonuscita”.
Per i lavoratori del settore privato si tratta del trattamento di fine rapporto (TFR) per quelli del settore pubblico di trattamento di fine servizio (TFS). La finalità dei due trattamenti è la stessa, ovvero garantire soldi ad un dipendente che si trovi senza lavoro, ma le tempistiche di erogazione e le modalità cambiano in base al settore di appartenenza.
TFS dipendenti pubblici differito. Ai lavoratori del pubblico impiego, a differenza di quelli del settore privato, devono attendere, per l’erogazione del TFS tempi che variano dai 12 ai 24 mesi. La somma corrisposta, poi, può essere liquidata in un massimo di 3 rate a distanza di 12 mesi una dall’altra.
Qualche tempo fa il Tribunale di Parma aveva sollevato dubbi sulla legittimità di questa erogazione differita e a rate, ma a maggio 2019 si è espressa sull’argomento anche la Corte di Cassazione.
Al riguardo un nostro lettore ci chiede: Sono in pensione dal 01/08/2019, La pensione mi viene pagata regolarmente, ma della famosa liquidazione, o pagamento TFS, nessuno sa nulla.
Ho contattato l’INPS e non avuto nessuna risposta neppure riguardo la somma che dovrei percepire. Per quanto riguarda i tempi, mi hanno risposto che, si procede con la legge Fornero, quindi divrei attendere altri 4 anni. (67)
I conteggi dell’ammontare non li sanno fare e mi hanno consigliato di rivolgermi a un patronato, o,peggio di andare in una banca a farmeli anticipare pagando interessi alti. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.notizieora.it/tfr-dopo-anni-per-i-dipendenti-statali-e-incostituzionale/