Esiste ancora una giustizia internazionale?

Roma, 27 Ott 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Ferdinando Fedi – Quando la giustizia interna di un Paese non può o non vuole agire per punire gravi crimini internazionali a carico di militari delle proprie Forze armate dovrebbe intervenire la Corte Penale Internazionale (Cpi). Segue. – Venuta meno la possibilità di imporre alla Turchia sanzioni anche solo a livello bilaterale da parte degli Stati Uniti, pare che ancora una volta uno Stato che viola la sovranità di un altro Stato possa rimanere impunito. In questo caso la Turchia ha approfittato anche di essere un membro Nato per assicurarsi un prevedibile lasciapassare da parte della comunità internazionale.

Non bisogna ricorrere ai dati di Amnesty International che accusa il governo di Ankara di crimini di guerra per constatare che la Turchia ha compiuto un atto di aggressione invadendo una striscia di territorio siriano e che le operazioni hanno comportato anche attacchi indiscriminati a centri abitati e scuole. Fonti giornalistiche riportano che dall’inizio dell’offensiva tra le numerose vittime si registrano anche civili e bambini.

Se errori ci sono stati, i tribunali militari turchi dovrebbero procedere nei confronti di chi li ha commessi. Quando la giustizia interna di un Paese non può o non vuole agire per punire gravi crimini internazionali a carico di militari delle proprie Forze armate dovrebbe intervenire la Corte Penale Internazionale (Cpi), il massimo organo giurisdizionale creato dallo Statuto di Roma ratificato da 121 Stati ed entrato in vigore dal 2002.

La Corte ha una funzione complementare a quella degli organi giudiziari dei Paesi membri e deve essere chiamata a procedere a seguito dell’inazione di questi. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.opinione.it/societa/2019/10/25/ferdinando-fedi_sanzioni-turchia-stati-uniti-sovranit%C3%A0-membro-nato-amnesty-international-cpi/

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