Roma, 3 gennaio 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – La Difesa Italiana avrebbe necessità di una iniezione di investimenti così come da anni chiede la Nato, ciò permetterebbe di fronteggiare tutti gli impegni senza arrancare con personale e macchine vecchie.
A quasi due anni di distanza il “messaggio rassicurante” che riceviamo è che le forze di terra possono ancora piantonare le piazze con “Strade Sicure” od intervenire con ruspe ed idrovore in caso di calamità, quelle di mare intimorire qualche pirata o salvare migranti, mentre quelle di aria continuano a garantire per lo più voli sanitari o “scramble” per velivoli con avarie radio o fuori rotta.
Non voglio dubitare nemmeno per un secondo che, al di là delle apparenze o della solita comunicazione della Difesa, dentro le caserme o le basi, in mare o nei cieli, i nostri militari si addestrano quotidianamente a combattere, seppur con quel che passa il convento…
Neanche con una guerra mondiale in corso raggiungiamo vagamente quel 2% per la Difesa: quota del PIL che non è un lusso, bensì un “minimo sindacale” per essere credibili e membri a pieno titolo in quel club che la NATO rappresenta. Alleanza dietro la quale ci nascondiamo e di cui, checché se ne dica, gli USA possono militarmente (non “politicamente”) fare ampiamente a meno.
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