Roma, 26 Ago 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Miriam Romano – Paolo Galdieri: “Il like può essere interpretato come una condivisione, un’adesione a quanto scritto da un terzo soggetto”. (Segue articolo). – «Sono passibile di favoreggiamento della prostituzione, se collaboro in qualche modo alla redazione di un annuncio online di prestazioni sessuali, magari per rendere più appetibile il prodotto. La semplice inserzione di un annuncio su un sito web, invece, non è più reato».
Paolo Galdieri, avvocato del fo rodi Roma e docente di diritto penale dell’informatica, parla delle nuove frontiere dei reati informatici nel suo nuovo libro, “Il Diritto penale dell’informatica: legge, giudice e società”, uscito a luglio.
Nel suo libro menziona il caso del rinvio a giudizio per diffamazione, presso il Tribunale di Brindisi, in seguito all’apposizione di un like a un post denigratorio di un sindaco e di alcuni dipendenti comunali. Ma è vero? Potremmo essere puniti per un semplice like?
«Il like può essere interpretato come una condivisione, un’adesione a quanto scritto da un terzo soggetto. Quindi se il contenuto di un messaggio pubblicato sui social è diffamatorio, c’è chi rileva la possibilità di sostenere che attraverso il like si manifesti un’adesione al contenuto.
Per fortuna, però, la maggioranza della giurisprudenza e della dottrina abbracciano un’altra tesi. Quella per cui si interpreta il like come un gesto automatico, fatto con leggerezza, senza pensarci. Il problema è che usiamo la rete con molta leggerezza, internet porta ad avere meno freni inibitori». L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.liberoquotidiano.it/news/giustizia/28409007/giustizia-anche-semplice-like-diventare-reato-ecco-cosa-rischia-penalmente.html