Pisa, 13 Apr 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Chiara Giannini – Ora più che mai i militari stanno operando buttando il cuore oltre l’ ostacolo, con grande coraggio. (Di seguito l’articolo). – «Quando ti muore un paziente tra le mani non è mai facile. Non si reagisce mai bene. Subito dopo ti assale la tristezza per i suoi familiari.
È capitato, purtroppo. Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità. L’ uomo è stato rianimato per un tempo lunghissimo, ma non siamo riusciti a fare nulla per lui»: sono le parole del tenente colonnello Crispino Ippolito, anestesista rianimatore dell’ Aeronautica militare, cinquant’ anni e in Forza armata da quando ne aveva 28, in questo momento nel team di medici e infermieri addetti al traporto in bio contenimento alla 46esima Brigata aerea di Pisa.
Militari lontani da oltre un mese dalle loro famiglie, il cui impegno, però, è un tassello fondamentale di quel puzzle fatto di persone che combattono per sconfiggere il Covid-19.
«Non vedo la mia famiglia dal 6 marzo – prosegue Ippolito – e mi manca. Quando posso ci sentiamo. Ma io sono fortunato.
Loro sono in Lombardia, perché io sono assegnato all’ istituto di Medicina aerospaziale di Milano. E i miei bambini, ogni volta che atterro a Bergamo, si affacciano per vedere da lontano il loro papà che con i suoi colleghi lavora per salvare delle vite». L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilgiornale.it/news/cronache/angeli-dellaeronatuca-che-emozione-salvare-vite-1853234.html