La forza militare che serve all’Italia contro lo Stato Islamico

 

renzi-madia-0212015Roma, 17 set 2015 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Adriano Sofri – Caro Renzi, soccorrere e accogliere senza intervenire, con una forza proporzionata alla minaccia, nei luoghi della guerra e dei genocidi è come asciugare con lo straccio e il secchio la casa inondata, senza chiudere il rubinetto.

Peccato che Matteo Renzi si sia affrettato a dichiarare che l’Italia si terrà alla larga dalle iniziative militari annunciate o discusse in Francia, nel Regno Unito, in Canada, in Australia. Queste iniziative hanno un colossale difetto: arrivano molto tardi. Si è lasciato che una banda armata internazionale – non c’è infatti, in Siria o in Iraq, nemmeno lo straccio di pretesto dell’ingerenza in uno Stato indipendente – infierisse su umani e cose e si costituisse in Stato a sua volta, embrione del Califfato universale cui proclama di ambire. Si discute dell’estensione dei raid dall’Iraq alla Siria, ridicolmente, come se esistessero ancora l’Iraq e la Siria. L’articolo comppleto prosegue qui: http://www.ilfoglio.it/adriano-sofri___3-f-fa-113_c106.htm

 

 

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