Pubblica manifestazione del pensiero dei militari: novita’?

Roma, 16 luglio 2017 – Tutti i cittadini hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, lo prevedono l’art. 21 della Costituzione e l’art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Nessun cenno per i militari? Ma è proprio così?

Certo che no! La legislazione nazionale impone ai militari dei limiti nell’esercizio del diritto di pubblica manifestazione del pensiero non soltanto sugli argomenti segreti o riservati, a mente della legge n. 124/2007, ma altresì sugli argomenti a carattere riservato ove la loro diffusione arreca – al pari di quanto avviene per le notizie sottoposte a segreto o a riservato – un concreto pregiudizio.

Orbene, il Codice dell’Ordinamento Militare di cui al decreto legislativo n. 66/2010, all’articolo 1472 così recita: «I militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione».

La norma “cd. bavaglio” sostanzialmente si applica laddove il “carattere riservato” si unisce almeno ad una delle seguenti casistiche:
1. “interesse militare”;
2. “interesse di servizio”.

I militari nell’esercizio delle funzioni devono quindi adottare un peculiare modus operandi per l’esercizio del diritto fondamentale de quo in un suo atteggiamento essenziale, a tal proposito risulta di estremo ausilio quanto ribadito nella recente sentenza n. 441/2016 del 26.10.2016 del TAR per il Molise: «ripetere in una riunione ciò che è stato già scritto dai giornali ed è ormai di pubblico dominio non può in alcun modo integrare una rivelazione di segreto. La rivelazione consisterebbe nel “togliere il velo”, non nel ripetere ciò che è già svelato ed è ormai notorio».

Tutto ciò porta ad affermare con assoluta certezza che nel carattere riservato non siano inclusi ogni forma di attività e aspetto del servizio, specialmente se normali e notori, a prescindere dallo strumento utilizzato per la divulgazione/la condivisione di notizie (cartaceo, internet, social network, etc).

Concludo reiterando il famoso tormentone di Renzo Arbore: «meditate gente … meditate» o nel caso specifico «meditate militari … meditate».

Antonio De Muro

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