Quei cannoni italiani venduti al Myanmar in guerra…

image12Roma, 11 Gen 2015 – di C. Alessandro Mauceri – Qualche giorno fa un deputato italiano, Gianluca Rizzo, ha presentato in Parlamento un’interrogazione “a risposta scritta” (la C. 4_07348) con la quale si chiedeva chiarezza in merito ad una notizia pubblicata su alcuni giornali circa la presunta vendita di armi e armamenti prodotti da aziende italiane a Paesi verso quali tale vendita è vietata.

La vendita di armi e armamenti, che frutta alle aziende italiane (e allo Stato che è azionista di alcune tra le maggiori produttrici di tali beni) oltre due miliardi euro ogni anno, è regolamentata da norme precise. Ciò nonostante, molte volte questo florido mercato mostra il suo lato oscuro.

Nel 2008, ad esempio, quasi scoppiò uno scandalo internazionale quando si venne a sapere della vendita al Myanmar, Paese in guerra da decenni, di un elicottero militare contenente tecnologia e componenti forniti da almeno sei Stati dell’Unione Europea, tra cui l’Italia (1). Vendita che avrebbe costituito una violazione dell’embargo deciso dall’UE per la fornitura di armi a questo Paese asiatico.

Qualche mese fa è stata la volta della vendita da parte dell’Italia di armi che si pensava fossero state distrutte molti anni prima, nel 2006, ad un altro Paese, anche questo in guerra. Azione questa che è espressamente vietata dall’Arms Trade Treaty ratificato da Palazzo Madama nel 2013, ma soprattutto in palese contrasto con quanto previsto dalla legge 185/90 che proibisce la “vendita di armi e armamenti a Paesi in conflitto o che violino i diritti umani”. L’articolo prosegue qui >>> http://www.notiziegeopolitiche.net/?p=48521

 

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