Richiesta di esame finalizzato ad un progetto di legge di riforma dello status di VFP1 e/o di ricollocamento sul mercato del lavoro

 

vfp1-16022016Roma, 16 feb 2016 – Con richiesta di pubblicazione, diamo conoscenza di questa iniziativa sulla problematica VFP1 relativa al ricollocamento sul mercato del lavoro.

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Al PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale
00187 – ROMA

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Piazza Colonna, n. 370
00187 ROMA

Al GOVERNO
Palazzo Chigi
Piazza Colonna, n. 370
00187 ROMA

Ai Gruppi parlamentari

Oggetto:Documento VFP1
Denuncia problematiche di comparto.
Richiesta di esame finalizzato ad un progetto di legge di riforma dello status di VFP1 e/o di ri-
collocamento sul mercato del lavoro.

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Premessa giuridica:
– Il reclutamento del personale di truppa in ferma prefissata delle FF.AA. avviene sulla basa di pubblici concorsi.
– L’esercito italiano seleziona il personale di truppa, che, ai sensi dell’art. 627 codice dell’ordinamento militare, “…comprende i militari di leva, i volontari in ferma prefissata, gli allievi carabinieri, gli allievi finanzieri, gli allievi delle scuole militari, navale e aeronautica, gli allievi marescialli in ferma, gli allievi ufficiali in ferma prefissata e gli allievi ufficiali delle accademie militari”, sulla base di concorsi pubblici scanditi per fasi progressive e successive di avanzamento di carriera.
– A decorrere dal 1 gennaio 2005 sono state istituite due categorie di volontari dell’Esercito ossia a) VFP1 (volontari in ferma prefissata di un anno) e b) VFP4 (volontari in ferma prefissata quadriennale).
– Per accedere a dette categorie è necessario superare un pubblico concorso ed essere collocati in posizione idonea per il reclutamento secondo quanto stabilito dal bando di concorso circa il numerico dell’immissione.
– Tant’è che lo stesso codice cit. specifica che “Il reclutamento e’ il complesso delle procedure e delle attivita’ tecnico-amministrative necessarie per l’immissione in servizio di personale militare. Il reclutamento e’ obbligatorio o volontario. (…) Il reclutamento volontario avviene mediante procedura concorsuale indetta con apposito bando” (cfr. art. 633).
– L’aver svolto servizio in qualità di VFP1 è condizione necessaria per accedere ai concorsi sterni banditi per il reclutamento di volontari in ferma quadriennale, c.d. VFP4 (cfr. artt.li 700 – 701 codice cit).
– Tuttavia, vi è un notevole pregiudizio in capo ai VFP1 siccome i bandi relativi alle immissioni dei VFP4 richiedono un numero inferiore di VFP4 rispetto a quello immesso come VFP1. Ragion per cui, ogni anno, tantissimi militari in ferma annuale restano senza un lavoro e vedono vanificate tutte le loro aspettative sia professionali che di vita dovendo, spesso, ripiegare su lavori all’occorrenza, così perdendo valore anche le specializzazioni assunte nel periodo di ferma. ;
– La normativa sullo stato giuridico e sull’avanzamento dei Volontari in Ferma Prefissata di un anno (VFP1) e Quadriennale (VFP4) dell’Esercito, della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare è contenuta nel:-Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e successive modifiche e integrazioni, concernente il codice dell’ordinamento militare (c.o.m.);-Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90e successive modifiche e integrazioni,recante il “testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare”(t.u.o.m.).
– Inoltre, ai sensi dell’art. 2186, co. 2 del c.o.m., i decreti ministeriali non regolamentari, le direttive, le istruzioni, le determinazioni generali del Ministro della Difesa, del Segretariato Generale della Difesa, degli Stati Maggiori di Forza Armata, emanati in attuazione delle precedenti normative abrogate, continuano a trovare applicazione, in quanto compatibili con il c.o.m. e il t.u.o.m., fino alla loro sostituzione.
– Per quanto concerne i procedimenti amministrativi in materia di stato giuridico e avanzamento dei Vo-lontari in Ferma Prefissata si applicano le disposizioni della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni e integrazioni, nonché quelle contenute nel citato t.u.o.m..
– Ai fini di assicurare un’uniforme interpretazione e la piena applicazione alla sopra richiamata norm-ativa viene emanata la presente direttiva che abroga e sostituisce la precedente n. M D GMIL 03 II 7 CIRC/2007/0091300 del 7 novembre 2007.

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RELAZIONE
Tanti giovani, arruolatisi VFP1 e pieni di entusiasmo, al termine delle varie ferme e rafferme, si sono trovati disoccupati, non essendo riusciti, ad essere ricollocati nella propria Forza armata ovvero in altra Forza armata. Una sorta di precariato forzato e poi la disoccupazione.
È l’iter obbligato per tanti Giovani Italiani che vogliono intraprendere la carriera militare e/o di polizia i quali, prima ancor di sapere se hanno o meno superato il concorso, devono fare i conti con la propria forza di volontà. Essi già sanno che lo sforzo dei Quiz, l’impegno prestato in ragione della prova di cultura generale ad ampio raggio tematico, la tensione emotiva delle visiti mediche, la paura dello psicologo/spauracchio e l’ansia da prestazione in ragione delle prove di efficienza fisica a nulla valgono se non a consentire loro solo il momentaneo appagamento lavorativo e professionale. E subito dopo l’arruolamento, subito dopo aver tirato quel sospiro di sollievo all’indomani della c.d. “idoneità”, insomma subito dopo aver messo piede nella loro prima caserma si ritrovano a pensare a loro in rafferma ovvero in congedo illimitato.
Che dire! Solo una domanda sorge spontanea in questo caso.
Con quale spirito, questi giovani possono affrontare la quotidianità del loro servizio?

Questi ragazzi si ritrovano nell’età in cui si inizia a fare il bilancio della propria vita e, nonostante ciò, non possono vantare un lavoro stabile ma soltanto lavori a termine nelle FF.AA. e FF. PP., e con la sola prospettiva di dover lasciare l’impiego nel giro di pochi mesi senza aspettative occupazionali per il futuro; tutto ciò perché dopo 3 o 5 anni di servizio devono essere sostituiti da nuovi ragazzi senza un giorno di servizio.
La conseguenza di questo atto comporta in tutti i settori gravi problemi, in termini di disservizio, per i cittadini; mentre i VFP1 congedati vedono la fine di una aspettativa di vita e di un lavoro dignitoso, anche perché nessuno si preoccupa di varare misure per i lavoratori precari del pubblico impiego volte a facilitare nuovi inserimenti lavorativi e misure di sostegno al reddito.
È possibile che nelle Forze Armate ci siano giovani VFP1 ( circa 2000 con 36 mesi di servizio ) che non hanno un futuro certo e sembrerebbe che dal blocco del turn over questi giovani addestrati, preparati professionalmente, una volta terminato il periodo di ferma rischiano di finire in mezzo alla strada?
Il problema è ancor più grave laddove si consideri il profilo del ricollocamento sul mercato del lavoro. Praticamente, questi ragazzi si ritrovano nelle stesse condizioni in cui versavano prima di arruolarsi, se non forse peggio, considerando che, nelle more del servizio, comunque non hanno potuto valutare percorsi alternativi siccome preclusa ogni altra formazione professionale e lavorativa per ovvie esigenze.

Ma il dato più amaro è constatare che, allo stato, il legislatore tratta in modo diseguale situazioni simili.
Mentre i VFP1 continuano a languire, il disegno di legge sulla riforma della buona scuola, per esempio, ha previsto la stabilizzazione di precari alla data del 1 Settembre 2015. Il piano assunzioni previsto dalla riforma della buona scuola ha stabilito l’immissione in ruolo di 100.701 nuovi insegnanti.
Cioè …. si è preferito stabilizzare 100.701 precari nella scuola che comunque hanno già un lavoro ( per dieci mesi l’anno ma comunque riconfermabile per l’anno a seguire) e pure con stipendi molto più elevati rispetto ai VFP4 che non provvedere alla stabilizzazione di 2000/3000 precari che hanno i requisiti nelle FF.AA. e verranno congedati/licenziati.
Trattasi di una situazione paradossale!

E tanto anche in ragione delle direttive di politica europea.
Sul versante dell’armonizzazione della legislazione interna agli indirizzi europei, infatti, già la Direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, ha stabilito il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori a tempo determinato del settore privato e pubblico (tanto per chi soggiace a diritto pubblico quanto per chi viene sottoposto a diritto privato) una volta che venissero maturati determinati requisiti.
L’Italia, in applicazione della riportata Direttiva 1999/70/CE ha emanato il Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368, che garantisce, tra le altre cose, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato a tutti i dipendenti a tempo determinato, una volta che vengano superati i trentasei mesi di servizio con proroga.
Le sentenze della Corte di Giustizia Europea Ruoli C-212/04, C-53/04, C-180/04, tra luglio e settembre 2006, hanno ribadito il diritto alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato per tutta la compagine dei dipendenti pubblici (confermando il contenuto di cui alla Direttiva 1999/70/CE), ovvero anche il diritto al risarcimento per equivalente.

Ragion per cui è illogica l’attuale situazione.
Diteci, allora, se questo è un Volontario in ferma prefissata annuale che accede al MILITARE VFP1 mediante concorso pubblico, come se all’esito vi fosse l’immissione a tempo pieno ed indeterminato nella P.A.;
Che percepisce una paga (non salario/stipendio!!!) di circa 850,00/900,00 euro; è assunto a contratto determinato per un anno e allo scadere dello stesso può richiedere rafferma per un ulteriore anno, ed una seconda rafferma per un massimo di complessivi tre anni.
Che, terminato questo periodo, è congedato.
Che durante i tre anni di servizio può partecipare a concorsi indetti dalle forze di polizia riservati alla categoria vfp1-vfp4. Dopo sei mesi di servizio può partecipare a concorsi Vfp4 indetti dal Ministero della Difesa. Ma solo al superamento di detto concorso vengono inquadrati con contratto determinato quadriennale .
Che non gode di tutti i diritti tipici dello status giuridico di graduato e tale situazione subentra anche in danno della stessa forza armata .
Che non si vede riconosciuto lo straordinario, né le ore di recupero per servizi svolti oltre l’ orario di caserma.
Che non si vede riconosciuto il diritto allo studio come per i Vfp4 e personale in servizio permanente (150 ore studio). Il personale in servizio permanente e i VFP4, infatti, percepiscono regolare indennità di trasferta; al VFP1 non gli è riconosciuta tale indennità; 4. I Vfp1 svolgono servizi di caserma più disagiati rispetto ai Vfp4 e al quadro permanente. I servizi di missioni in territori nazionale: prevalentemente sono riservati ai Vfp4 e al quadro permanente.
È mai questo un militare? È mai questo il trattamento da riservarsi ai tanti che ogni giorno, nonostante tutto, nonostante sappiano di essere discriminati, di non godere dell’eguaglianza che la Costituzione invoca come diritto fondamentale all’art. 3, onorano e servono il Tricolore?

C’è poco da dire, il militare Vfp1 viene discriminato per il suo status e la prima diseguaglianza la si intravede nella mortificazione del loro diritto al lavoro che la legislazione nazionale di riferimento, seppur tra le righe ed indirettamente, nega loro così ledendo l’anima della nostra Repubblica democratica che la Costituzione vuole essere fondata sul lavoro in condizioni di eguaglianza, con tutela dei diritti fondamentali e in ragione della dignità della persona.

Allora, perché non provvedere quantomeno all’abolizione del concorso per il passaggio a VFP4 dando la possibilità ai VFP1 di permanere per 4 anni nello status di VFP1 con firma annuale e allo scadere dei quali consentire loro la procedura concorsuale diretta per l’accesso in Servizio Permanente?
Tale modifica comporterebbe un notevole risparmio alle casse dello stato e non stravolge alcun ruolo in quanto si accede per concorso come già previsto.

Perché, ancora, non garantire ai VFP1 gli stessi diritti economici riservati al personale effettivo, al fine di evitare una palese discriminazione”?
Sul piano dei diritti fondamentali, poi, è evidente come al VFP1 sia negato lo sbocco professionale ed occupazionale.
Per cui, i militi VFP1, consapevoli della loro precarietà a breve periodo, si sentono continuamente in una morsa e sotto pressione, ragion per cui non hanno quella tranquillità morale ed economica per poter mettere su famiglia, per poter fare un investimento per casa, per poter pensare a formazioni professionali alternative, per affrontare con serenità di animo eventuali concorsi.
Ciò si traduce in un evidente lesione del diritto di aspettativa e di perdita di chances .

Di guisa che, appare quanto mai necessario e necessitato dalle circostanze anzidette provvedere al riordino della materia. Tra l’altro, dati attuali dimostrano un sotto organico di truppa a fronte di un sovra – organico di ufficiali e sottufficiali.
Ragion per cui, non appaiono sussistere ragioni di natura economica, né sul piano di maggiori oneri che su quello di oneri aggiuntivi, e di fabbisogno organico tali da poter essere ostativi alla presente richiesta. Speculare il richiamo, a questo punto, all’art. 798 D.Lgs. 66/2010 (cod. ord. mil.), concernente l’organico complessivo , il cui comma II chiarisce, appunto, che “Fermi restando gli organici complessivi fissati per ciascuna Forza armata indicati nell’articolo seguente, possono essere apportate, senza oneri aggiuntivi, con decreto del Ministro della difesa di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, modifiche alle dotazioni organiche delle singole categorie di personale al fine di adeguarne la disponibilità alle effettive esigenze funzionali da soddisfare”.
Di guisa ché, per quanto innanzi detto, tale stato di cose viola palesemente l’art. 2 e 3 Cost. in primis che primari diritti di cui agli artt.li 4, 29, 31, 32, 35, 52, art. 97, co. III e IV della Carta Costituzionale in secundis.

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Per questi motivi,
SI CHIEDE
alle SV di voler fare loro la presente preghiera che si intende indirizzare non già e solo alle alte cariche istituzionali in quanto tali ma soprattutto agli uomini, ai padri ed ai servitori dello Stato che essi incarnano.
Per conseguenza, si formula istanza affinché sia esaminata a una commissione ad hoc l’attuale situazione dei VFP1 e, per l’effetto, definire un progetto di riforma che provveda quantomeno all’abolizione del concorso per il passaggio a VFP4 (così eliminando un passaggio intermedio) dando la possibilità ai VFP1 di permanere per 4 anni nello status di VFP1 e allo scadere consentire loro la procedura già prevista per l’accesso in Servizio Permanente.

Roma, 04.02.2016

I VFP1 d’Italia

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