Roma, 06 Ott 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Ignazio Riccio – Il governo sarà chiamato a scegliere tra i tre scaglioni Prodi e il metodo a fasce utilizzato nel 2014 dal governo Letta. (Segue articolo). – L’inflazione presunta nel 2020 era negativa e, per questo motivo, le pensioni non sono state rivalutate. Ecco perché si dovrà provvedere in maniera energica nella prossima legge di bilancio.
Le cifre sono notevoli: servono ben 4 miliardi di euro per le rivalutazioni se, come si prevede, il tasso di inflazione di quest’anno sarà pari all’1,5%. Decisivi si sono rivelati gli aumenti dei prezzi negli ultimi mesi: luce, gas e paniere dei beni di consumo, che concorreranno a determinare una rivalutazione salata rispetto all’inflazione per quasi 23 milioni di assegni previdenziali.
Modifiche sono previste anche per quanto riguarda il metodo di distribuzione dei 4 miliardi investiti per le rivalutazioni. Dall’inizio del prossimo anno, se non ci saranno correttivi, si tornerà ai tre scaglioni Prodi, una notizia che potrebbe fare felici i pensionati, ma che creerebbe più di un problema per i conti pubblici.
Come riporta il quotidiano la Repubblica, tutto ciò comporterà un aumento delle pensioni. Lo scorso anno gli assegni previdenziali sono aumentati dello 0,5%, nel 2022 ci sarà un ulteriore incremento. L’entità dei nuovi cedolini dipenderà dal metodo di distribuzione che vorrà adottare il governo e i risultati si cominceranno a vedere dal mese di marzo in poi.
Se si dovesse far ricorso agli scaglioni Prodi, gli aumenti delle pensioni partirebbero da 126 euro medi in più all’anno per gli assegni fino a 1.500 euro lordi al mese, fino ad arrivare ai 1.027 euro medi annuali in più per le pensioni che superano i 60mila euro lordi all’anno. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilgiornale.it/news/economia/bomba-rivalutazioni-cosa-pu-cambiare-sulle-pensioni-1979631.html