Soldati in missione: Onore ai caduti, onore ai soldati

Roma, 15 Nov 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Mauro Anetrini – Soldati, persone coraggiose disposte a sacrificarsi per noi. Segue. – Se c’è una cosa che mi infastidisce, questa è l’atteggiamento farisaico, penetrato così a fondo negli animi di molti, al punto di diventare una connotazione precisa dei pensieri.

Da quando sono cadute le Torri Gemelle e il nostro Paese ha deciso di impegnare un contingente militare nei territori di provenienza dei terroristi islamici, molti soldati italiani hanno perso la vita a causa di attentati, aggressioni armate, agguati.

Erano militari: sono caduti in adempimento del dovere, per difendere la vita e la libertà di persone inermi. Tra loro, ci sarebbe potuto essere un nostro congiunto, un amico, una persona conosciuta.

La sua morte, per ciascuno di noi, sarebbe potuta essere una tragedia, fonte di dolore incancellabile. In ogni caso, erano soldati italiani e questo basta a fare di loro dei fratelli.

I soldati muoiono. Questo è il punto. I militari fanno un mestiere pericoloso, nel quale l’eventualità della morte non è un’ipotesi remota, ma una possibilità concreta, quando non una vera e propria probabilità.

Indossare la divisa della Folgore, della Taurinense o di uno dei Reparti distaccati in territorio di guerra non è come svolgere le mansioni di addetto al catasto: comporta dei rischi molto seri, noti a tutti (a chi imbraccia il fucile e a chi lo aspetta a casa) fin dall’inizio. L’Iraq o l’Afghanistan non sono luoghi di villeggiatura, ma teatri di azioni belliche nelle quali la gente muore. In quei posti, c’è gente che spara. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.opinione.it/editoriali/2019/11/12/mauro-anetrini_onore-caduti-italiani-missioni-peacekeeping-folgore-taurinense-iraq-afghanistan/?fbclid=IwAR1yHkvt7V8xPbiQE97veCw4Yxr_kF5i7BgLF12IImoQxoDgf0L4jHkTnYM

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