Sommergibile argentino: L’Ara San Juan non vedrà più la luce

Roma, 20 Nov 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Davide Bartoccini – L’odissea del San Juan è rimasta al centro dell’attenzione mediatica per un anno intero. Seguiamo. – L’Ara San Juan non verrà recuperato. Imploso nella discesa, il sottomarino giace con lo scafo squarciato in due punti, accartocciato su se stesso per la forza delle atmosfere delle profondità marine che custodiranno per sempre i suoi caduti in fondo agli abissi.

“È impossibile estrarlo dagli abissi”. Rimarrà lì, in fondo l’Atlantico meridionale a 900 metri di profondità, proprio nel quadrante dove lo avevano cercato per un anno intero.

Perché l’Argentina non possiede le tecnologie adeguate ad effettuare il recupero, e dovrebbe appaltare l’operazione a società private estere. A dichiararlo è stato il ministro della Difesa Oscar Aguad durante una conferenza stampa tenuta insieme ai vertici militari, aggiungendo anche che “non si hanno i mezzi e le tecnologie per riportare in superficie un relitto di queste dimensioni”, e contestualmente i resti dei marinai, che verranno custoditi dal mare.

«La zona delle ricerche era corretta, ma senza i mini sottomarini autonomi non l’avremmo mai localizzato», ha aggiunto il ministro. Si è adagiato in fondo ad un vallone, a 430 chilometri dalla costa della Patagonia.

Per individuarlo, dopo 12 mesi esatti, è stata necessaria una tecnologia estremamente sofistica fornita dagli Stati Uniti.

Una tecnologia costosa, invocata dalle famiglie delle vittime non hanno mai ceduto, che non hanno mai abbandonato l’intento di conoscere il vero destino dei loro cari: i 44 membri dell’equipaggio di quel sottomarino scomparso. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.occhidellaguerra.it/ombre-difficili-analizzare-san-juan-non-vedra-piu-la-luce/

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