Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, dalla cannabis terapeutica alle malattie rare

Firenze, 03 Mag 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Marco Petrelli – Fa parte delle Aziende della Difesa e per anni si è occupato dei presidi medico-chirurgici e dei pasti dei soldati. Sabaudo d’origine, classe 1853, negli anni Venti assume il nome di Istituto Chimico Farmaceutico Militare per poi passare, nel ’76, all’attuale denominazione Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (SCFM). Avrete capito che non parliamo di una persona ma di un’eccellenza toscana e italiana, da quasi due secoli al servizio della collettività e che oggi sperimenta e produce prodotti anche per la cura di serie e complicate patologie. Ad esempio, nel 1998 è nello Stabilimento che il Ministero della Salute autorizza la realizzazione di due farmaci del medico Luigi Di Bella, la soluzione ai retinoidi e le compresse di melatonina; senza contare l’attività più generale che prevede lo stoccaggio di materiale sanitario per emergenze nazionali (terremoti e altre catastrofi) e internazionali (Chernobyl e crisi umanitaria romena dell’89). Oggi, il sito internet presenta una vasta gamma di soluzioni sia per i privati (medicine generiche, dolciumi e cosmetici), sia per gli enti del comparto Difesa e per quegli ospedali che seguono trattamenti particolari. Marijuana terapeutica L’idea che una struttura militare possa occuparsi di una droga potrebbe far sorridere, ma la voce sulla home page, “Produzione cannabis ad uso medico”, fuga subito ogni eventuale dubbio sugli scopi produttivi. Inoltre, tutto avviene con l’autorizzazione di due importanti enti, l’Agenzia Italiana del Farmaco e la Commissione Europea che riconoscono allo Stabilimento capacità e competenza nel trattare farmaci particolari e delicati e non parlo della sola Mariujana, anche dei farmaci orfani…… vale a dire quei prodotti destinati a malattie molto rare e non ancora commercializzati su scala industriale per una questione legata sia alla rarità dei casi (una patologia è considerata rara quando ne è colpito un individuo su 2000), sia per gli alti costi che l’azienda farmaceutica dovrebbe sostenere.  L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.gqitalia.it/news/2018/05/02/stabilimento-chimico-farmaceutico-militare-dalla-cannabis-terapeutica-alle-malattie-rare/

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