Suicidi in divisa: Suicida alpina del Settimo Reggimento, la strage silente delle divise

Roma, 17 Set 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Gian J. Morici – Un fenomeno tristemente in aumento. Si deve fare qualcosa al più presto. Segue. – Ieri, è toccato a T.R., Alpina del Settimo Reggimento, impiccatasi nel proprio alloggio nella caserma Salsa di Belluno. Un numero, un nome tra i tanti. Certamente non è così per i familiari, per i colleghi più vicini, per quanti l’hanno stimata e voluta bene.

Il motivo di un gesto estremo, probabilmente, ancora una volta, verrà individuato nelle condizioni psicologiche e nei problemi personali della giovane soldatessa.

suicidio militariNon importa quale che sia la divisa che indossano. Militari, carabinieri, penitenziaria, poliziotti e finanzieri, sono le vittime di una guerra non dichiarata che troppo spesso viene archiviata motivandola con le ragioni personali.

Alla strage di militari esposti a uranio impoverito – rispetto la quale per anni i governi che si sono succeduti hanno tentato di insabbiarne le responsabilità – si aggiungono le vittime di un malessere diffuso tra chi indossa una divisa: il suicidio!

Le vittime di questa Caporetto, che sono di gran lunga superiori alle morti che avvengono nel corso delle missioni all’estero che vedono la partecipazione delle nostre Forze Armate, vengono ignorate dai media, sottaciute dai comandi di appartenenza che si affrettano a chiudere quella che per loro è soltanto una “pratica”, motivandone la causa con le ragioni personali, sentimentali, familiari o altro, guardandosi bene dal cercare di capire un “mal di caserma” sempre più diffuso. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.lavalledeitempli.net/2019/09/16/belluno-suicida-alpina-del-settimo-reggimento/

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