Roma, 28 Giu 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – La caccia ai “furbetti”sbaglia mira e colpisce i militari italiani all’estero. (Di seguito l’articolo). – Il decreto Sicurezza fa ancora discutere: nel mirino questa volta, a torto, finiscono i militari italiani impegnati nelle missioni all’estero che, di rientro in Italia, rischiano multa e sequestro della vettura a causa di un vuoto normativo che espone il personale della Difesa, nonché i civili che lavorano con loro, alle sanzioni previste, pur senza dar loro un’alternativa.
Andiamo con ordine. Come spesso accade in fatto di leggi e norme in Italia si parte con ottime e sacrosante intenzioni e si finisce per inciampare in qualche svarione. È il caso della norma cosiddetta “anti furbetti delle targhe estere” inserita nel decreto Sicurezza diventato legge dello Stato il 1 dicembre scorso.
Taraghe estere, interviene il Governo. La questione era nota da tempo e riguarda la scappatoia dell’immatricolazione all’estero della propria auto che permetteva di sfuggire a controlli fiscali e multe. La nuova legge ha sancito che “È vietato, a chi ha stabilito la residenza in Italia da oltre sessanta giorni, circolare con un veicolo immatricolato all’estero”. Fin qui tutto bene. Maggiori controlli, qualche sequestro, “furbetti” all’angolo.
Ma, come dicevamo, c’è un però. Riguarda i militari in missione all’estero, vediamo perché: innanzitutto va detto che al personale militare e civile italiano inviato a prestare servizio presso gli organismi internazionali ed i comandi NATO all’estero non è permesso spostare la propria residenza anagrafica (e quella del nucleo familiare) nel Paese ospitante, con conseguente iscrizione alle liste dell’Aire (Anagrafe Italiani Residenti Estero). L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.auto.it/news/news/2019/06/25-2224658/targhe_estere_il_decreto_sicurezza_nasconde_una_beffa_per_militari/