Roma, 12 Set 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – (Fonte La Stampa) – Il riconoscimento facciale è una modalità ormai in uso alle polizie di tutto il mondo. Seguiamo. – Il nuovo meccanismo solleva interrogativi che alimentano il dibattito sulla tutela della privacy dei cittadini. Gli esperti avvertono: a rischio libertà individuali e diritti civili degli eventuali partecipanti a una manifestazione.
I nomi e i volti sono quelli già inseriti nella banca dati Afis, il Sistema automatizzato di identificazione delle impronte usato ogni giorno dagli investigatori italiani per dare la caccia agli autori di reati. Sedici milioni di persone di cui sono conservate foto, identità, descrizione.
“Di queste, nove milioni sono soggetti diversi. Gli altri sette sono individui registrati in più segnalazioni, o perché hanno commesso crimini più volte o magari perché trovati sprovvisti di documenti e nuovamente foto-segnalati” spiega Fabiola Mancone, dirigente della Polizia scientifica.
È questa la massa critica di informazioni affidata a due algoritmi neurali di ultima generazione (2017), cuore del nuovo Sistema automatico di riconoscimento immagini (Sari), il software che sfogliando e confrontando le immagini ad altissima velocità cerca un “match” tra le foto custodite in archivio e le immagini registrate da telecamere di sorveglianza o da telefonini. “Quello che finora abbiamo visto nei film, è realtà” commenta Mancone.
È accaduto per la prima volta a Brescia, venerdì scorso, quando due topi d’appartamento sono stati arrestati grazie al nuovo sistema di riconoscimento facciale.
“In pochi secondi il sistema ci fornisce i nomi dei “candidati”, a partire da quelli con gli “score”, i punteggi più alti – spiega Mancone – Quindi l’operatore fa un ulteriore accertamento, una comparazione fisiognomica dei volti, per avvalorare il risultato”. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.penitenziaria.it/carceri/riconoscimento-facciale-in-tempo-reale-quello-che-vediamo-nei-film-e-realta-16-milioni-di-volti-sc-1227.asp#.W5Y8tSxXbI4.facebook