Roma, 07 Mag 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Mario Arpino – La vendita dei trenta Rafale all’Egitto non è uno scandalo. È normale politica estera. Ampliando lo sguardo, potrebbe essere venuto il nostro momento: Francia e Germania da una parte, Egitto, Turchia e Libia dall’altra, si stanno presentando con situazioni che richiedono decisione, coraggio e continuità. (Segue articolo). – La notizia che la Francia stia vendendo trenta cacciabombardieri Rafale all’Egitto con una spesa “agevolata” di 3,75 miliardi di euro, in questo mondo di persone pie a senso unico, ha destato uno scalpore che forse non merita. In fondo, si tratta solo del proseguimento di un altro programma, in accordo con il quale già nel 2015 il Paese dei faraoni aveva acquistato altri 24 Rafale, anche questi con pagamento “agevolato”.
Fonti solitamente bene informate parlano di un “maxi accordo segreto del valore di almeno 4,8 miliardi di dollari”. In cosa consista l’agevolazione è presto detto. Visto che l’Egitto certo non nuota nell’oro, pur di “vendere”, il sito Disclose spiega che oltre l’ottanta per cento della spesa sarà anticipato dalla stessa Francia attraverso l’intervento coordinato di almeno quattro banche francesi, con restituzione in una decina d’anni.
Scandalo? Non sembra proprio. In fondo, ciascuno cerca di tutelare i propri interessi nazionali come sa e come può. C’è chi lo fa sistematicamente, con pervicace continuità, e chi invece ci prova solo saltuariamente d in contraddizione con ciò che dice e sottoscrive nelle pie congreghe, come il Parlamento europeo.
Di sicuro, commenta Pietro Battacchi su Rid, “a Parigi non si hanno fisime di sorta a vendere a Stati non propriamente democratici e rispettosi dei diritti umani, mentre l’Italia è attanagliata regolarmente da indecisioni e ritardi”. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2021/05/francia-egitto-italia-rafale-arpino/