Roma, 23 Giu 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Arcangela Saverino – Da vent’anni i reduci dalle missioni militari si ammalano per le conseguenze dell’uso di di armi contenenti uranio impoverito: poi dimenticati del tutto. (Segue articolo). – Ciò che è accaduto nelle missioni militari più recenti che hanno impegnato i militari italiani, dai Balcani al Golfo, si è trasformato in uno degli scenari più luttuosi nella storia delle forze armate di guerra: da vent’anni i reduci da tali missioni si ammalano per le conseguenze dell’uso di di armi contenenti uranio impoverito, un metallo che a temperature elevate crea particelle che, se inalate o ingerite, possono causare forme tumorali.
«Vedevamo gli americani e pensavamo che fossero coglioni ad andare in giro con attrezzature pesanti, bombole e mascherine con 42 gradi» racconta Lorenzo Motta a neifatti.it. «A noi mandavano in missione con le canottiere e i pantaloncini color cachi. Adesso so che i coglioni eravamo noi».
Militare della marina militare, ad appena 21 anni, dopo il corso di specializzazione, si imbarca sulla nave Scirocco a La Spezia, un’unità antisommergibile e missilistica.
Decide di partecipare al corso ordinario del Consubin, una forza speciale della marina, che lo sottopone a serrati e approfonditi controlli medici, a seguito dei quali risulta essere in piena e perfetta salute.
Poco dopo ritorna a bordo della Scirocco e intraprende le prime missioni all’estero, circa otto tra il 2002 e il 2007. Ma nel luglio 2005 la sua vita cambia per sempre: «Stavo facendo la barba e mi accorsi di un gonfiore nella parte destra del collo».
Diverse le diagnosi prima di scoprire la verità: ascesso dentale, infezione derivante da un pappagallo esotico, tubercolosi linfonoidale, Hiv. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.adessonews.it/2018/06/20/uranio-impoverito-la-strage-dimenticata-dei-militari-italiani/