Uranio impoverito: Morti di Stato, intervista a Francesco Cappello e a Salvatore Ferrara

Roma, 16 Mag 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – I decessi silenziosi da uranio impoverito: stato dell’arte medico-giuridica. Segue. – L’uranio (simbolo chimico U) è un elemento chimico radioattivo presente in natura. Nella sua forma pura è un metallo pesante color argento, simile al piombo, al cadmio e al tungsteno.

Come il tungsteno, è molto denso, circa 19 g/cm3: per intenderci, è così denso che un piccolo cubo di 10 cm per lato peserebbe 20 kg. L’uranio pre- sente in natura contiene lo 0,72% dell’isotopo 235U. Il restante 99,28% è principalmente l’isotopo 238U.

L’uranio è l’elemento radioattivo principalmente usato per produrre energia atomica: la maggior parte dei reattori richiede che l’uranio venga “arricchito”, ossia il suo isotopo 235U venga portato a concentrazioni più elevate. Il processo per aumentare la concentrazione di un isotopo rispetto a un altro è chiamato “arricchimento”.

Dopo l’arricchimento, il “prodotto finale” – contenente quindi una concentrazione più elevata dell’isotopo 235U – è noto come uranio impoverito (DU, dall’inglese Depleted Uranium). Esso è un metallo pesante radioattivo, oltre che chimicamente tossico.

I vantaggi dell’utilizzo del DU per fabbricare armi da guerra (ad esempio munizioni) rispetto alle potenziali alternative è che esso è molto più denso del piombo, il che gli consente di forare un’armatura (che non sarebbe neppure scalfita da altri metalli) infiammandola al contatto col proiettile (effetto piroforico) e affilandosi mentre penetra nel bersaglio.

L’impiego del DU in campo di battaglia è stato accertato nella Guerra del Golfo del 1991, dove sono stati sparati proiettili e missili per almeno 300 t (anche se alcune fonti parlano addirittura di una quantità doppia, fino a oltre 700 t)…L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/critica-sistema-sanitario-industria-farmaceutica/morti-di-stato-intervista-a-francesco-cappello-e-a-salvatore-ferrara

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