Covid-19: Ministero della Salute, 1 milione 482 mila le persone che hanno sviluppato gli anticorpi

Roma, 05 Ago 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – I primi risultati dell’indagine Istat-Ministero della Salute. Segue. – Sono 1 milione 482 mila le persone, il 2,5% della popolazione residente in famiglia (escluse le convivenze), risultate con IgG positivo, che hanno cioè sviluppato gli anticorpi per il SARS-CoV-2, (Prospetto 1).

Quelle che sono entrate in contatto con il virus sono dunque 6 volte di più rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia, attraverso l’identificazione del RNA virale, secondo quanto prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità.

È quanto rivelano i primi risultati dell’indagine di sieroprevalenza di Istat e Ministero della Salute svoltasi con il supporto organizzativo della Croce Rossa Italiana.

L’indagine che avrebbe dovuto essere effettuata su 150mila persone però non ha raggiunto il target anche se il campione è tuttavia sufficiente a consegnare una fotografia quanto più vicino alla realtà. “I risultati qui presentati – si legge nell’indagione – sono provvisori e sono relativi a 64.660 persone che hanno effettuato il prelievo e il cui esito è pervenuto entro il 27 luglio.

La rilevazione si è inizialmente rivolta a una platea più ampia di cittadini residenti in Italia, ma la conduzione in condizioni emergenziali non ha permesso di raggiungere completamente la numerosità originariamente programmata”.

“Grazie al bel lavoro di squadra con Istat e Croce Rossa e grazie alla disponibilità di 65mila italiani abbiamo presentato oggi i dati dell’indagine di sieroprevalenza.

Secondo la ricerca il 2,5% degli italiani è entrato in contatto con il virus. Questo e gli altri dati emersi ci confermano che la prudenza e le misure di contenimento adottate dal governo insieme ai comportamenti corretti dei cittadini hanno limitato la diffusione del contagio. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=87531

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